Giovedì, 15/08/2019 alle 09:11
Ciao ragazzi! Ho bisogno del vostro per capire come posso ritenermi tra le tante sfumature di sessualità e asessualità.
Da ragazzina ho avuto impulsi sessuali e mi sono masturbata, ma lo facevo per placare l'impulso o proprio per rilassarmi quando ero agitata. Non pensavo a scene di sesso o altre fantasie, ma mi concentrano sulle mie sensazioni fino a provare l'orgasmo.
Poi le frequentazioni da ragazzina, nessun legame ma solo uscite e un po' di sesso (fatto anche in eccedenza, senza interesse, nella speranza di legare la persona a me), app di tinder e insoddisfazione.
Poi la prima grande relazione: un ragazzo che stravedeva per me, mi stimava, mi 'accudiva' e mi amava. Io mi sono innamorata di questo ragazzo con cui inizialmente eravamo amici, e lo stimavo tantissimo e lo amavo...abbiamo condiviso tutto e il sesso lo praticavo a volte con piacere per il solo fatto che mi rilassava (il sesso orale) e mi faceva provare piacere alla fine e anche perchè mi faceva sentire desiderata dal mio partner.
Tuttavia non ho mai provato attrazione fisica per lui! Al punto che a un certo punto mi sembrava anche strano baciarlo alla francese ma lo volevo comunque fare perchè era un gesto molto romantico.
Abbiamo voluto interrompere la relazione, perchè percepiamo che non funzionava più: infatti lui non mi dava più molte attenzioni e io non ero attratta da lui (come sempre) e quindi pensavo che non fosse la persona giusta per me. Ma in realtà con lui ho raggiunto il massimo coinvolgimento emotivo nell'atto sessuale (sempre pensando durante il sesso al nostro amore o alle mie sensazioni).
Secondo voi sono asessuale? In che sfumatura?
Grazie davvero del vostro prezioso aiuto.

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NON RISPONDERE
Ospite1901
Giovedì, 15/08/2019 alle 17:42
Ciao e benvenuta
Vedo che ti hanno lasciata sola in questa ventilata giornata di ferragosto, quindi ti rispondo io
Il modo di vivere il sesso è totalmente individuale, e di conseguenza anche il tipo di piacere che se ne ricava lo è, e può avere molteplici forme: c'è chi sceglie di fare sesso per sentirsi più vicino alla persona amata, chi per scaricare la tensione e provare sensazioni fisiche piacevoli, chi per altri motivi.
Ciascuna di queste circostanze è indubbiamente fonte di piacere. Sebbene possano essere circostanze molto diverse l'una dall'altra, esse hanno però una cosa in comune: il fatto che ci sia un certo gradimento nei confronti del sesso. E un individuo che gradisce il sesso non è asessuale.
Io ti consiglierei di non stare tanto a crucciarti per trovare una definizione: ogni persona è un universo a sé stante ed è meravigliosa proprio per questo. Non c'è niente di strano nel voler fare sesso per motivi totalmente diversi da quelli per cui lo fa la maggior parte della gente, ogni persona deve vivere la propria vita e la propria sessualità nel modo che più la fa star bene, e non esistono modalità sbagliate finché non si danneggi in qualche modo se stessi o il prossimo.
L'importante è non sentirsi forzati in alcun modo a fare qualcosa che non si ha voglia di fare, qualcosa che si percepisca non in linea con la propria natura e coi propri desideri.
Sono qui per qualsiasi altra domanda e delucidazione, se vuoi
Buona serata
Ciao e benvenuta

Vedo che ti hanno lasciata sola in questa ventilata giornata di ferragosto, quindi ti rispondo io

Il modo di vivere il sesso è totalmente individuale, e di conseguenza anche il tipo di piacere che se ne ricava lo è, e può avere molteplici forme: c'è chi sceglie di fare sesso per sentirsi più vicino alla persona amata, chi per scaricare la tensione e provare sensazioni fisiche piacevoli, chi per altri motivi.
Ciascuna di queste circostanze è indubbiamente fonte di piacere. Sebbene possano essere circostanze molto diverse l'una dall'altra, esse hanno però una cosa in comune: il fatto che ci sia un certo gradimento nei confronti del sesso. E un individuo che gradisce il sesso non è asessuale.

Io ti consiglierei di non stare tanto a crucciarti per trovare una definizione: ogni persona è un universo a sé stante ed è meravigliosa proprio per questo. Non c'è niente di strano nel voler fare sesso per motivi totalmente diversi da quelli per cui lo fa la maggior parte della gente, ogni persona deve vivere la propria vita e la propria sessualità nel modo che più la fa star bene, e non esistono modalità sbagliate finché non si danneggi in qualche modo se stessi o il prossimo.
L'importante è non sentirsi forzati in alcun modo a fare qualcosa che non si ha voglia di fare, qualcosa che si percepisca non in linea con la propria natura e coi propri desideri.
Sono qui per qualsiasi altra domanda e delucidazione, se vuoi

Buona serata

Venerdì, 16/08/2019 alle 03:05
Ciao Annie,
Condivido quanto detto da Emanuele, per quanto le definizioni mi piacciano.
La tua storia però mi ha evocato altro. Il campanello mi è squillato a "Al punto che a un certo punto mi sembrava anche strano baciarlo alla francese ma lo volevo comunque fare perchè era un gesto molto romantico". Io non lo ricondurrei alla mancanza di attrazione fisica.
Ti parlo per quella che è la mia esperienza, perché questa cosa mi ha fatto ricordare due mie relazioni e mezza. Le due relazioni erano la fotocopia della tua: tanti slanci, tanta attrazione iniziale e poi ad un certo mi accorgevo che era svanito l'interesse, tutta l'attrazione e non sapevo perché. Ero anche abbastanza scoraggiata, mi dicevo : "sì ma poi finisce sempre così, per natura l'innamoramento svanisce e si porta via tutto". L'ho capito poi con un'analisi a posteriori perché erano finite queste relazioni (anche quando mi sono rimessa con uno dei due ex ed è finita comunque un'altra volta). La verità è che io mi "dissociavo": non mi comportavo più per come mi sentivo, ma ero più occupata a mettere in atto tutti quei meccanismi che mi davano l'impressione di non allontanarlo e di non farmi abbandonare, provando ad essere "la morosa perfetta" in un certo senso secondo le mie logiche. Quindi se c'era qualcosa che non mi andava bene non lo comunicavo, facevo finta di nulla, facevo sesso e lo baciavo anche se non me lo sentivo in quel momento magari per motivi miei o perché c'era qualcosa che mi infastidiva, non riuscivo a dirgli cosa mi piacesse di più o di meno sul piano sessuale, se in questa sfera faceva cose che non mi piacevano. Ci potrebbero essere penso tante altre varianti, ma di fondo il concetto è che non mi ascoltavo e non facevo quello che volevo e sentivo, perché non volevo avere la colpa di un eventuale abbandono (questo penso perché fin da piccola mi hanno sempre detto che non avrei trovato qualcuno da amare e che mi amasse a causa del mio aspetto, poi ognuno immagino abbia le sue ragioni). Il punto è che a furia di non comunicare le cose fastidiose e che non ci vanno bene, prima si ignoriamo, poi non si distinguono più razionalmente, ma si continuano a percepire.
La verità è che più però mi comportavo da "morosa perfetta" più evitavo il confronto per paura che fosse per forza uno scontro. E ho imparato però che se non hai il confronto la relazione non è più stimolante (emotivamente e intellettualmente) e perde di interesse. Infatti, passiamo ora alla "mezza" relazione. Ho detto mezza, perché in questa ho adottato per i primi due anni il meccanismo "dissociativo" e la relazione stava veramente perdendo di interesse (come sempre), poi un po' perché gli amici mi spingevano ad esternare di più questi aspetti e un po' perché la situazione diventava oppressiva (lui era molto geloso), ho cominciato a comunicare di più, anche le cose negative, a definire i miei paletti, la mia personalità e la mia libertà anche di essere in dissenso, di non giustificare e approvare tutto, di esprimermi fondamentalmente. Poi ci siamo lasciati comunque, ma perché col confronto ho capito che dovevo scappare a gambe levate.
Il punto è che se non c'è il confronto, la relazione non ti stimola più, anche e soprattutto intellettualmente, ad un certo punto esaurisci tutto. Se c'è il confronto o aumenta l'intesa e il rapporto cresce (anche a partire dalle difficoltà) oppure finisce perché si capisce che non ci sono i presupposti. Quindi, il consiglio che mi sento di darti è quello di ascoltarti e di esprimerti.
Tu sei già un gran passo avanti. Quello che dici della masturbazione è indice del fatto che hai una buonissima percezione del tuo corpo. Io ad esempio non ci riesco così spesso a concentrarmi solo sulle sensazioni (e invece vorrei che fosse sempre così, perché provo orgasmi molto più soddisfacenti). Per chi ci sta lavorando come me e ha l'orecchio molto sensibile, consiglio l'ASMR.
Cara Annie, non sono l'oracolo di Delfi, ma mi sembra di aver trovato un bel po' di cose in comune. Non so se ti ritrovi, ma spero di esserti stata d'aiuto.
Sulla definizione: non penso tu sia asessuale, perché comunque hai interesse a fare sesso (a prescindere dalle motivazioni). Poi sapio o demisessuale non so, non l'ho capito nemmeno di me stessa.
Fammi sapere che ne pensi.
Ciao Annie,
Condivido quanto detto da Emanuele, per quanto le definizioni mi piacciano.
La tua storia però mi ha evocato altro. Il campanello mi è squillato a "Al punto che a un certo punto mi sembrava anche strano baciarlo alla francese ma lo volevo comunque fare perchè era un gesto molto romantico". Io non lo ricondurrei alla mancanza di attrazione fisica.
Ti parlo per quella che è la mia esperienza, perché questa cosa mi ha fatto ricordare due mie relazioni e mezza. Le due relazioni erano la fotocopia della tua: tanti slanci, tanta attrazione iniziale e poi ad un certo mi accorgevo che era svanito l'interesse, tutta l'attrazione e non sapevo perché. Ero anche abbastanza scoraggiata, mi dicevo : "sì ma poi finisce sempre così, per natura l'innamoramento svanisce e si porta via tutto". L'ho capito poi con un'analisi a posteriori perché erano finite queste relazioni (anche quando mi sono rimessa con uno dei due ex ed è finita comunque un'altra volta). La verità è che io mi "dissociavo": non mi comportavo più per come mi sentivo, ma ero più occupata a mettere in atto tutti quei meccanismi che mi davano l'impressione di non allontanarlo e di non farmi abbandonare, provando ad essere "la morosa perfetta" in un certo senso secondo le mie logiche. Quindi se c'era qualcosa che non mi andava bene non lo comunicavo, facevo finta di nulla, facevo sesso e lo baciavo anche se non me lo sentivo in quel momento magari per motivi miei o perché c'era qualcosa che mi infastidiva, non riuscivo a dirgli cosa mi piacesse di più o di meno sul piano sessuale, se in questa sfera faceva cose che non mi piacevano. Ci potrebbero essere penso tante altre varianti, ma di fondo il concetto è che non mi ascoltavo e non facevo quello che volevo e sentivo, perché non volevo avere la colpa di un eventuale abbandono (questo penso perché fin da piccola mi hanno sempre detto che non avrei trovato qualcuno da amare e che mi amasse a causa del mio aspetto, poi ognuno immagino abbia le sue ragioni). Il punto è che a furia di non comunicare le cose fastidiose e che non ci vanno bene, prima si ignoriamo, poi non si distinguono più razionalmente, ma si continuano a percepire.
La verità è che più però mi comportavo da "morosa perfetta" più evitavo il confronto per paura che fosse per forza uno scontro. E ho imparato però che se non hai il confronto la relazione non è più stimolante (emotivamente e intellettualmente) e perde di interesse. Infatti, passiamo ora alla "mezza" relazione. Ho detto mezza, perché in questa ho adottato per i primi due anni il meccanismo "dissociativo" e la relazione stava veramente perdendo di interesse (come sempre), poi un po' perché gli amici mi spingevano ad esternare di più questi aspetti e un po' perché la situazione diventava oppressiva (lui era molto geloso), ho cominciato a comunicare di più, anche le cose negative, a definire i miei paletti, la mia personalità e la mia libertà anche di essere in dissenso, di non giustificare e approvare tutto, di esprimermi fondamentalmente. Poi ci siamo lasciati comunque, ma perché col confronto ho capito che dovevo scappare a gambe levate.
Il punto è che se non c'è il confronto, la relazione non ti stimola più, anche e soprattutto intellettualmente, ad un certo punto esaurisci tutto. Se c'è il confronto o aumenta l'intesa e il rapporto cresce (anche a partire dalle difficoltà) oppure finisce perché si capisce che non ci sono i presupposti. Quindi, il consiglio che mi sento di darti è quello di ascoltarti e di esprimerti.
Tu sei già un gran passo avanti. Quello che dici della masturbazione è indice del fatto che hai una buonissima percezione del tuo corpo. Io ad esempio non ci riesco così spesso a concentrarmi solo sulle sensazioni (e invece vorrei che fosse sempre così, perché provo orgasmi molto più soddisfacenti). Per chi ci sta lavorando come me e ha l'orecchio molto sensibile, consiglio l'ASMR.
Cara Annie, non sono l'oracolo di Delfi, ma mi sembra di aver trovato un bel po' di cose in comune. Non so se ti ritrovi, ma spero di esserti stata d'aiuto.
Sulla definizione: non penso tu sia asessuale, perché comunque hai interesse a fare sesso (a prescindere dalle motivazioni). Poi sapio o demisessuale non so, non l'ho capito nemmeno di me stessa.
Fammi sapere che ne pensi.
Ospite1901
Venerdì, 16/08/2019 alle 16:08
Cari Emanuele e Chiara, grazie davvero per le vostre risposte articolate e molto interessanti!
Concordo assolutamente con quel che mi dite.
Penso che a volte non sia neppur semplice capire ciò che piace o meno fisicamente parlando, in particolar modo per chi è attratto da aspetti intellettuali ed emotivi. A volte il piacere erotico si ottiene grazie al sentire un forte legame, un apprezzamento-venerazione dell'altro del nostro corpo, di altro.
Concordo Emanuele,
Penso che i ''gruppi di apparteneza" servano solamente a comprenderci meglio ma non debbano essere una nostra definizione perchè non siamo immobili ma in continua evoluzione. Detto questo sentite l'esigenza di comunicare alla persona con la quale state iniziando una relazione il vostro modo particolare di vivere il sesso?
Hai ragione Chiara, il confronto è una chiave per tenere vivo intellettualmente il rapporto.
Mi hai beccata!
Io tendo a voler essere una fidanzata perfetta e a non "rompere le scatole" se qualcosa non mi va al 100%...è che se dipendesse da me, si farebbe sesso solo ogni tanto e pochissime persone sono disposte a questo. Ci si viene incontro quando si tiene a una persona no? E poi mi sento io quella ''anormale".
Perdonate la schiettezza ma alla fine alla mia età una ragazza che non la dà viene mollata o si pensa che abbia avuto un qualche trauma. Anche se si sta con una persona particolarmente profonda, questa si confronterà con gli amici e non vorrà più sostenere una tal carenza
Vi saluto, buona serata
Cari Emanuele e Chiara, grazie davvero per le vostre risposte articolate e molto interessanti!
Concordo assolutamente con quel che mi dite.
Penso che a volte non sia neppur semplice capire ciò che piace o meno fisicamente parlando, in particolar modo per chi è attratto da aspetti intellettuali ed emotivi. A volte il piacere erotico si ottiene grazie al sentire un forte legame, un apprezzamento-venerazione dell'altro del nostro corpo, di altro.
Concordo Emanuele,
Penso che i ''gruppi di apparteneza" servano solamente a comprenderci meglio ma non debbano essere una nostra definizione perchè non siamo immobili ma in continua evoluzione. Detto questo sentite l'esigenza di comunicare alla persona con la quale state iniziando una relazione il vostro modo particolare di vivere il sesso?
Hai ragione Chiara, il confronto è una chiave per tenere vivo intellettualmente il rapporto.
Mi hai beccata!

Perdonate la schiettezza ma alla fine alla mia età una ragazza che non la dà viene mollata o si pensa che abbia avuto un qualche trauma. Anche se si sta con una persona particolarmente profonda, questa si confronterà con gli amici e non vorrà più sostenere una tal carenza

Vi saluto, buona serata

Venerdì, 16/08/2019 alle 20:31
Prima di rispondere, devo precisare che io non sono asessuale.
Ho tuttavia anch'io una visione, per così dire, "atipica" del sesso, perché l'ho sempre considerato come un atto di condivisione pura; per tale motivo, non sono mai riuscito a comprendere come per molte persone diventi qualcosa da ricercare a tutti i costi, sia quando non si ha una relazione sia quando, all'interno della relazione, esso è assente o presente in maniera ridotta per mancanza di desiderio da una delle due parti.
Proprio come hai detto tu, infatti, "il piacere erotico si ottiene grazie al sentire un forte legame". Senza quello, penso che il sesso non abbia senso, e di conseguenza penso che non abbia senso cercarlo se esso non nasce spontaneamente.
Personalmente, non riuscirei ad "accendermi" se non percepissi il desiderio da parte dell'altra persona, ma è ovvio che un certo tipo di desiderio, più profondo rispetto a quello originato da semplici episodi di attrazione fisica, non possa nascere troppo spesso, perché richiede che entrino in gioco meccanismi spesso abbastanza complessi.
Pur non etichettandomi in nessun modo particolare, quindi, reputo normale che il sesso sia qualcosa a cui si arrivi solo "ogni tanto", proprio perché non si tratta di meccanismi che sono sotto il nostro diretto controllo. E credo che se lo si faccia solo "una volta ogni tanto" diventi qualcosa di ancora più prezioso.
Prima di rispondere, devo precisare che io non sono asessuale.

Ho tuttavia anch'io una visione, per così dire, "atipica" del sesso, perché l'ho sempre considerato come un atto di condivisione pura; per tale motivo, non sono mai riuscito a comprendere come per molte persone diventi qualcosa da ricercare a tutti i costi, sia quando non si ha una relazione sia quando, all'interno della relazione, esso è assente o presente in maniera ridotta per mancanza di desiderio da una delle due parti.
Proprio come hai detto tu, infatti, "il piacere erotico si ottiene grazie al sentire un forte legame". Senza quello, penso che il sesso non abbia senso, e di conseguenza penso che non abbia senso cercarlo se esso non nasce spontaneamente.

Pur non etichettandomi in nessun modo particolare, quindi, reputo normale che il sesso sia qualcosa a cui si arrivi solo "ogni tanto", proprio perché non si tratta di meccanismi che sono sotto il nostro diretto controllo. E credo che se lo si faccia solo "una volta ogni tanto" diventi qualcosa di ancora più prezioso.

Ospite1901
Venerdì, 16/08/2019 alle 20:51
Che bello che un rapporto intimo possa essere visto in questa luce. Io lo vedo anche così perchè solo in determinati momenti di grande coinvolgimento fa piacere.
Mi hai fatto venire in mente che tante mie amiche mi dissero "il miglior sesso viene dopo una litigata, perchè sei incazzato ma l'altro ti attira così tanto che poi dopo il sesso si risolve tutto". Per me questo è inconcepibile...se sono Incazzata con quella persona mi viene da far tutto meno che l'amore.
punti di vista
Che bello che un rapporto intimo possa essere visto in questa luce. Io lo vedo anche così perchè solo in determinati momenti di grande coinvolgimento fa piacere.
Mi hai fatto venire in mente che tante mie amiche mi dissero "il miglior sesso viene dopo una litigata, perchè sei incazzato ma l'altro ti attira così tanto che poi dopo il sesso si risolve tutto". Per me questo è inconcepibile...se sono Incazzata con quella persona mi viene da far tutto meno che l'amore.

Venerdì, 16/08/2019 alle 21:00
Potrebbe essere piacevole, forse, dopo una litigata, solo se prima c'è stato un riappacificamento, ovvero se ci si chiarisce prima del sesso e non dopo, perché in genere riappacificarsi dopo un litigio rafforza il legame... ma lo strumento di riappacificazione non può essere il sesso, almeno dal mio punto di vista. Senza una riappacificazione a monte non credo proprio che una persona potrebbe attirarmi in quel senso...
Potrebbe essere piacevole, forse, dopo una litigata, solo se prima c'è stato un riappacificamento, ovvero se ci si chiarisce prima del sesso e non dopo, perché in genere riappacificarsi dopo un litigio rafforza il legame... ma lo strumento di riappacificazione non può essere il sesso, almeno dal mio punto di vista. Senza una riappacificazione a monte non credo proprio che una persona potrebbe attirarmi in quel senso...
Lunedì, 19/08/2019 alle 00:41
"sentite l'esigenza di comunicare alla persona con la quale state iniziando una relazione il vostro modo particolare di vivere il sesso?"
Penso che se una persona sia pienamente consapevole di essere asessuale (ossia di non avere proprio alcun interesse nel fare sesso), dovrebbe dichiararlo. Questo dovrebbe servire ad evitare situazioni di fraintendimento e logoramento. Poi l'altra persona può essere decisa comunque a provare e a vedere se riesce comunque a sostenere la cosa: magari può farcela o magari no. Però ecco, ritengo che in questo caso, sia necessario. Io ad esempio vorrei saperlo prima, poi magari deciderei comunque di tentare, anche se probabilmente mi tirerei indietro. Il fatto è che trovo il desiderio sessuale come parte integrante del rapporto e pertanto per me dovrebbe essere condiviso: non riuscirei a sostenere un rapporto senza questa reciprocità e non vorrei mai che l'altro si sentisse costretto e forzato a fare sesso con me.
Del resto non so sento l'esigenza di parlare di sesso con l'altro, ma di certo mi piace farlo, anche per conoscerci (dall'approccio alla sessualità secndo me si capiscono molte cose). Poi sulla frequenza con cui si ha voglia di fare sesso, per me non è sempre stata lo stesso. C'è stata una persona con cui avevo un legame di condivisione e un'attrazione talmente forti da non riuscire a staccarsi, con altri molto meno.
"sentite l'esigenza di comunicare alla persona con la quale state iniziando una relazione il vostro modo particolare di vivere il sesso?"
Penso che se una persona sia pienamente consapevole di essere asessuale (ossia di non avere proprio alcun interesse nel fare sesso), dovrebbe dichiararlo. Questo dovrebbe servire ad evitare situazioni di fraintendimento e logoramento. Poi l'altra persona può essere decisa comunque a provare e a vedere se riesce comunque a sostenere la cosa: magari può farcela o magari no. Però ecco, ritengo che in questo caso, sia necessario. Io ad esempio vorrei saperlo prima, poi magari deciderei comunque di tentare, anche se probabilmente mi tirerei indietro. Il fatto è che trovo il desiderio sessuale come parte integrante del rapporto e pertanto per me dovrebbe essere condiviso: non riuscirei a sostenere un rapporto senza questa reciprocità e non vorrei mai che l'altro si sentisse costretto e forzato a fare sesso con me.
Del resto non so sento l'esigenza di parlare di sesso con l'altro, ma di certo mi piace farlo, anche per conoscerci (dall'approccio alla sessualità secndo me si capiscono molte cose). Poi sulla frequenza con cui si ha voglia di fare sesso, per me non è sempre stata lo stesso. C'è stata una persona con cui avevo un legame di condivisione e un'attrazione talmente forti da non riuscire a staccarsi, con altri molto meno.
NON RISPONDERE