Sabato, 16/03/2019 alle 11:48
"Understanding Asexuality" è un libro del 2012 di Anthony Boagert, professore di psicologia alla Brock University (Canada), conosciuto per essere uno dei pochi ricercatori impegnati sul tema della asessualità. (Ha anche svolto ricerche riguardo la relazione sull'incidenza di omosessualità e il numero di fratelli).
Non ho ancora finito di leggerlo, ma ho pensato di riportare per voi alcune parti interessanti. Se la cosa vi interessa, posso fare lo stesso anche per il resto del libro.
*CAPITOLO 1*
-Perchè studiare l'asessualità?
A questa domanda l'autore ha più risposte. La più preponderante a mio avviso è: Perchè l'asessualità ci permetterà di scoprire di più sulla sessualità.
-La differenza tra attrazione romantica e attrazione sessuale.
Alcuni psicologi, recentemente, hanno discusso del fatto che attrazione sessuale e attrazione romantica, per quanto spesso co-occorrano, siano due cose separate.
Questi teorici discutono il fatto che l'architettura del cervello e i processi cognitivi per l'attrazione sessuale (lui usa la parola "lustful" attraction) siano sorti in momenti diversi della storia dell'evoluzione rispetto a quelli responsabili per l'attrazione romantica.
Il romanticismo si è evoluto relativamente di recente nella storia dell'evoluzione, formandosi da processi collegati all'attaccamento che i bambini formano per i genitori (vedi Hazan & Shaver 1987 per sapere di più sull'argomento).
Al contrario il sistema legato all'attrazione sessuale proviene dal più antico sistema di riproduzione animale, un sistema neuropsicologico molto più antico.
*CAPITOLO 2*
Questo capitolo è dedicato alla chiarificazione di alcuni termini. Questi probabilmente sono già chiari alla maggior parte di noi, ma per chi fosse curioso qui è la lista:
Attraction (attrazione)
Arousal (eccitazione)
Behavior (comportamento)
Cognition (cognizione, ovvero pensiero)
Desire (desiderio)
Descrivendo e separando questi termini, l'autore espone la sua tesi secondo cui la più corretta definizione di asessualità sarebbe la mancanza di attrazione sessuale.
(Se avete qualche domanda su questa parte, chiedete pure visto che l'ho riassunta piuttosto male.)
*CAPITOLO 3*
Il terzo capitolo porta molti punti interessanti, tra cui l'identificazione in natura di comportamento asessuale.
In uno studio si osservava il comportamento sessuale di una popolazione di roditori maschi, i quali erano poi stati divisi in un range che andava da ipersessuali ad asessuali. Vengono discussi i possibili fattori biologici che portano a questa differenza.
Una spiegazione riguarda variazioni nella circolazione del testosterone (Ormone legato all'impulso sessuale, sia negli animali, che negli uomini). Questa ipotesi è stata scartata dopo un recente studio svolto con delle cavie. A seguito della castrazione (i testicoli sono il luogo principale in cui si trova il testosterone, per chi non lo sapesse) il comportamento di soggetti ipersessuali ed asessuali rimase invariato.
Un'altra ipotesi presa in considerazione è che ci siano differenze nella struttura delle cellule del cervello (recettori), impostate prima della nascita, che rendono più o meno recettivi al testosterone in età adulta.
Una possibilità correlata a questa riguarda gli ormoni prenatali che organizzerebbero alcuni siti del cervello in raggruppamenti di cellule con funzioni specializzate. Questa differenza in come le cellule del cervello sono organizzate/strutturate prima della nascita, ha implicazioni per l'orientamento sessuale umano.
Si parla poi di uno studio condotto con una popolazione di 584 arieti (secondo l'autore, animali più adatti a questo genere di studio perchè avrebbero dei comportamenti sessuali più vicini ai nostri).
Questo studio divise gli arieti, in base al comportamento dimostrato, in 3 gruppi
Arieti attratti da femmine= FOR 55,6%
Arieti attratti da maschi= MOR 9,5%
Arieti non attratti da nessuno= NOR (Ovvero asessuali) 12,5%
C'era inoltre un 22% che ha interagito sessualmente con sia femmine che maschi.
Come per i roditori, queste differenze non sembrano essere date dal testosterone in circolo (NOR non avevano livelli di testosterone più basso di FOR o MOR).
Ricerche suggeriscono che differenze nella struttura nel sito SDN-POA (sexually dimorphic nucleos-of the preoptic area) nell'ipotalamo, siano rilevanti per definire l'orientamento sessuale degli arieti, così come un sito similare funziona allo stesso modo per gli uomini (maschi).
(Per approfondire vedi: Roselli, Stormshak, Stellflug & Resko 2002, LeVay 1991)
In ogni caso, i ricercatori non hanno ancora esaminato il cervello degli arieti NOR per poter determinare se lo stesso sito è implicato nell'asessualità.
Se siete interessati all'argomento vi invito a prendere il libro, purtroppo disponibile solo in inglese.

Discussioni attive
RISPONDI
Ospite1331
Sabato, 16/03/2019 alle 13:57
Grazie per avere segnalato il libro, non lo conoscevo
E' molto interessante vedere in quali direzioni la ricerca si sta muovendo per studiare l'asessualità. Per quanto ci sia ancora molto da fare, ogni piccolo passo avanti aiuta a costruire delle basi più solide attraverso cui diffondere informazione e consapevolezza.
Grazie per avere segnalato il libro, non lo conoscevo

E' molto interessante vedere in quali direzioni la ricerca si sta muovendo per studiare l'asessualità. Per quanto ci sia ancora molto da fare, ogni piccolo passo avanti aiuta a costruire delle basi più solide attraverso cui diffondere informazione e consapevolezza.
Sabato, 16/03/2019 alle 15:33
se continuassi mi farebbe piacere visto che in inglese sono una pippa
se continuassi mi farebbe piacere visto che in inglese sono una pippa

Ospite1331
Domenica, 17/03/2019 alle 14:24
@MattiDS Volentieri!
@MattiDS Volentieri!

Domenica, 17/03/2019 alle 22:26
Grazie Night è molto interessante anche perché, in un certo qual modo, sembrerebbe molto significativa la frequenza di quegli arieti non interessati rispetto alla frequenza degli stessi arieti omosessuali. C'è però un punto che non mi è del tutto chiaro: l'oggetto di studio: come definisce il Prof. Bogaert la differenza tra ciò che è di pertinenza sessuale e ciò che è invece di pertinenza sentimentale/affettiva?
Grazie Night è molto interessante anche perché, in un certo qual modo, sembrerebbe molto significativa la frequenza di quegli arieti non interessati rispetto alla frequenza degli stessi arieti omosessuali. C'è però un punto che non mi è del tutto chiaro: l'oggetto di studio: come definisce il Prof. Bogaert la differenza tra ciò che è di pertinenza sessuale e ciò che è invece di pertinenza sentimentale/affettiva?

Ospite1331
Lunedì, 18/03/2019 alle 09:06
Bogaert scrive come spesso si intenda romanticismo (attrazione romantica) intersecando questo concetto con attrazione sessuale; chiedendosi poi se le relazioni romantiche equivalgano sempre a relazioni in cui c'è una componente sessuale.
Da qui presenta la teoria sui due sistemi del cervello separati, che si sarebbero evoluti in tempi diversi nella storia, che operano per attrazione romantica e sessuale.
Riguardo l'attrazione romantica, l'autore fa riferimento alla teoria dell'attaccamento, secondo cui le relazioni della nostra vita adulta, riflettono il tipo di relazione che abbiamo avuto con i nostri genitori (o in generale il caregiver)
http://www.mediazionefamiliaremilano.it/psicologia/attaccamento.shtml
(quest'articolo lo spiega piuttosto bene)
Secondo questa teoria, l'attaccamento dell'adulto (il suo modo di formare relazioni romantiche) è dato proprio da questa dinamica.
Bogaert procede poi con il presentare uno studio svolto in UK dove il 33% degli intervistati asessuali aveva affermato di trovarsi in una stabile relazione romantica, senza componente sessuale.
L'esistenza di asessuali romantici sarebbe la prova che attrazione romantica e sessuale non possono essere la stessa cosa, visto che uno può esistere senza l'altro.
Il professore porta poi come ulteriore esempio quello dei "Bang buddies", traducibile in italiano con il termine poco gentile di "scopa amici", dove esiste una componente di attrazione sessuale, ma non una romantica.
Spero di aver risposto alla tua domanda.
P.s. Anche io ho trovato interessante le percentuali dello studio sugli arieti, non è detto però che quelle stesse percentuali valgano per la nostra specie od altre.
L'autore del libro ha speso molto tempo a spiegare perchè è difficile ottenere delle stime veritiere dell'incidenza dell'asessualità negli esseri umani (che però non ho riportato nel mio riassunto) e come il famoso 1% della popolazione, che aveva presentato anni prima in un precedente studio, potrebbe essere una sottostima.
Bogaert scrive come spesso si intenda romanticismo (attrazione romantica) intersecando questo concetto con attrazione sessuale; chiedendosi poi se le relazioni romantiche equivalgano sempre a relazioni in cui c'è una componente sessuale.
Da qui presenta la teoria sui due sistemi del cervello separati, che si sarebbero evoluti in tempi diversi nella storia, che operano per attrazione romantica e sessuale.
Riguardo l'attrazione romantica, l'autore fa riferimento alla teoria dell'attaccamento, secondo cui le relazioni della nostra vita adulta, riflettono il tipo di relazione che abbiamo avuto con i nostri genitori (o in generale il caregiver)
http://www.mediazionefamiliaremilano.it/psicologia/attaccamento.shtml
(quest'articolo lo spiega piuttosto bene)
Secondo questa teoria, l'attaccamento dell'adulto (il suo modo di formare relazioni romantiche) è dato proprio da questa dinamica.
Bogaert procede poi con il presentare uno studio svolto in UK dove il 33% degli intervistati asessuali aveva affermato di trovarsi in una stabile relazione romantica, senza componente sessuale.
L'esistenza di asessuali romantici sarebbe la prova che attrazione romantica e sessuale non possono essere la stessa cosa, visto che uno può esistere senza l'altro.
Il professore porta poi come ulteriore esempio quello dei "Bang buddies", traducibile in italiano con il termine poco gentile di "scopa amici", dove esiste una componente di attrazione sessuale, ma non una romantica.
Spero di aver risposto alla tua domanda.
P.s. Anche io ho trovato interessante le percentuali dello studio sugli arieti, non è detto però che quelle stesse percentuali valgano per la nostra specie od altre.
L'autore del libro ha speso molto tempo a spiegare perchè è difficile ottenere delle stime veritiere dell'incidenza dell'asessualità negli esseri umani (che però non ho riportato nel mio riassunto) e come il famoso 1% della popolazione, che aveva presentato anni prima in un precedente studio, potrebbe essere una sottostima.
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