Venerdì, 07/12/2018 alle 00:03
Se vi va ditemi cosa provate o pensate di tutto quello che riguarda il sesso......e se lo avete mai fatto che effetto vi ha fatto. Se volete dirò anche io quello che penso e quello che provo, chiedetemi pure !!

Discussioni attive
RISPONDI
Venerdì, 07/12/2018 alle 08:43
Ciao Kitty.Girl,
Io sono asessuale quoi-romantica e sex-neutral/negative, ossia non provo attrazione sessuale verso l'altr* e non mi interessa compiacerl* sessualmente. L'idea di attività sessuale che mi coinvolga mi infastidisce. Questo è il mio stato, da sempre. Non seguo precetti religiosi o culturali, anzi personalmente li aborro e sono per la libertà di ciascun* di fare quel che più gli/le è congeniale per sentirsi in equilibrio.
Ho una libido (intesa come energia psichica e pulsionale), ma non si risolve in alcun "target" di attrazione sessuale. Mi ha recentemente incuriosita il concetto espresso da Bogaert nel 2012 di autocorisessualità (sessualità senza identità), temine coniato come "modificatore" sotto-categoriale dell'asessualità e che definisce la disconnessione tra l'individuo come "agente l'attività sessuale" e "l'oggetto" della sua eccitazione sessuale. In sostanza la persona asessuale con questo aspetto può eccitarsi con fantasie sessuali che riguardano il sesso in sé, disconnesso da sé stessi.
Ciao Kitty.Girl,
Io sono asessuale quoi-romantica e sex-neutral/negative, ossia non provo attrazione sessuale verso l'altr* e non mi interessa compiacerl* sessualmente. L'idea di attività sessuale che mi coinvolga mi infastidisce. Questo è il mio stato, da sempre. Non seguo precetti religiosi o culturali, anzi personalmente li aborro e sono per la libertà di ciascun* di fare quel che più gli/le è congeniale per sentirsi in equilibrio.
Ho una libido (intesa come energia psichica e pulsionale), ma non si risolve in alcun "target" di attrazione sessuale. Mi ha recentemente incuriosita il concetto espresso da Bogaert nel 2012 di autocorisessualità (sessualità senza identità), temine coniato come "modificatore" sotto-categoriale dell'asessualità e che definisce la disconnessione tra l'individuo come "agente l'attività sessuale" e "l'oggetto" della sua eccitazione sessuale. In sostanza la persona asessuale con questo aspetto può eccitarsi con fantasie sessuali che riguardano il sesso in sé, disconnesso da sé stessi.
Venerdì, 07/12/2018 alle 10:20
Bella discussione
Inizialmente, appena ho capito di essere Asessuale pensavo che il sesso fosse una cosa orrenda, schifosa e senza senso
Che non volevo nemmeno vedere, provare o averci minimamente a che fare.
Ora che sono "cresciuta" ho capito che non è una cosa così orrenda come pensavo, cioè, so solo che non è un'attività che mi interessa tutto qui. È una cosa naturale che interessa alla magior parte delle persone, ma a me è indifferente. E soprattutto non ci penso nemmeno a testarlo
Non ho mai avuto un rapporto sessuale e quindi non so quanto mi possano infastidire. So solo che non ci penso minimamente a metterlo in pratica per rispondere a questa domanda


Bella discussione

Inizialmente, appena ho capito di essere Asessuale pensavo che il sesso fosse una cosa orrenda, schifosa e senza senso

Ora che sono "cresciuta" ho capito che non è una cosa così orrenda come pensavo, cioè, so solo che non è un'attività che mi interessa tutto qui. È una cosa naturale che interessa alla magior parte delle persone, ma a me è indifferente. E soprattutto non ci penso nemmeno a testarlo

Non ho mai avuto un rapporto sessuale e quindi non so quanto mi possano infastidire. So solo che non ci penso minimamente a metterlo in pratica per rispondere a questa domanda



Venerdì, 07/12/2018 alle 10:58
Ciao,
Per quanto mi riguarda sono totalmente disinteressato al sesso. Non ho voglia di intraprendere un atto sessuale, ne con donne ne con uomini. Provo in diversi momenti della giornata dell'eccitazione, ma spesso non associata a fantasie sessuali o libido; ad esempio al risveglio, oppure dopo un po' che muovo nervosamente le gambe quando studio. L'idea del sesso mi lascia tendenzialmente indifferente, a parte quando provo attivamente ad immedesimarmi in una situazione sessuale con un'altra persona, li il pensiero tendenzialmente mi disgusta, mi lascia una sensazione di squallore, di pochezza. Quando, occasionalmente, provo a masturbarmi, come un esercizio di stile il risultato e' sempre lo stesso: disinteresse e squallore. Per quanto riguarda alcuni miei tentativi di approcciare al sesso con un'altra persona, la situazione e' sempre stata la medesima, totale disinteresse; a ben vedere sono sempre stati tentativi pensati, forse per liberarmi del fardello della verginita'. Nell'adolescenza ero piu' interessato alla sfera sessuale, ma soprattutto alla masturbazione, visto che anche in quegli anni, per quanto mi ricordi, il sesso era sempre una cosa da dover fare, ma a cui non ero interessato. Una delle difficolta' per fare chiarezza in cio' che provo e' stato distinguere le varie sensazioni ed emozioni. Ad esempio riuscire a distinguere l'attrazione verso una persona scindendola dall'interesse ad andarci a letto; questo credo sia un'problema indotto dalla societa', dalla cultura, dove domina il binomio interesse = sesso che, per quanto giusto o sbagliato sia, di certo non mi appartiene...
@ Tumbleweed: Quoi-romantica serebbe?
@ -Kitty: Certo che vogliamo sentire anche la tua!
Ciao,
Per quanto mi riguarda sono totalmente disinteressato al sesso. Non ho voglia di intraprendere un atto sessuale, ne con donne ne con uomini. Provo in diversi momenti della giornata dell'eccitazione, ma spesso non associata a fantasie sessuali o libido; ad esempio al risveglio, oppure dopo un po' che muovo nervosamente le gambe quando studio. L'idea del sesso mi lascia tendenzialmente indifferente, a parte quando provo attivamente ad immedesimarmi in una situazione sessuale con un'altra persona, li il pensiero tendenzialmente mi disgusta, mi lascia una sensazione di squallore, di pochezza. Quando, occasionalmente, provo a masturbarmi, come un esercizio di stile il risultato e' sempre lo stesso: disinteresse e squallore. Per quanto riguarda alcuni miei tentativi di approcciare al sesso con un'altra persona, la situazione e' sempre stata la medesima, totale disinteresse; a ben vedere sono sempre stati tentativi pensati, forse per liberarmi del fardello della verginita'. Nell'adolescenza ero piu' interessato alla sfera sessuale, ma soprattutto alla masturbazione, visto che anche in quegli anni, per quanto mi ricordi, il sesso era sempre una cosa da dover fare, ma a cui non ero interessato. Una delle difficolta' per fare chiarezza in cio' che provo e' stato distinguere le varie sensazioni ed emozioni. Ad esempio riuscire a distinguere l'attrazione verso una persona scindendola dall'interesse ad andarci a letto; questo credo sia un'problema indotto dalla societa', dalla cultura, dove domina il binomio interesse = sesso che, per quanto giusto o sbagliato sia, di certo non mi appartiene...
@ Tumbleweed: Quoi-romantica serebbe?
@ -Kitty: Certo che vogliamo sentire anche la tua!
Venerdì, 07/12/2018 alle 15:59
Grazie mille di aver condiviso tutto questo con me!!
Per quanto mi riguarda ho capito di essere asessuale solo pochi mesi fa, ma lo sono da sempre. Il mio rapporto col sesso è sempre stato molto difficile, negli ultimi anni lo vedo come una cosa "da animali" e in generale è una cosa che non mi interessa assolutamente. In passato, ho pensato di doverlo fare per forza perché " lo facevano tutti" anche se per me era una cosa strana e imbarazzante. Mi sento parecchio a disagio quando per sbaglio qualcuno parla di queste cose con me, perché non ho nulla da dire dal momento che non ho mai avuto nessuna esperienza in questo senso. Voi come vi sentite quando si parla di sesso o se qualcuno vi chiede di parlarne? Evitate l argomento o vi inventate qualcosa sul momento? Se questa discussione vi mette in imbarazzo ditemelo pure
GRAZIE
Grazie mille di aver condiviso tutto questo con me!!
Per quanto mi riguarda ho capito di essere asessuale solo pochi mesi fa, ma lo sono da sempre. Il mio rapporto col sesso è sempre stato molto difficile, negli ultimi anni lo vedo come una cosa "da animali" e in generale è una cosa che non mi interessa assolutamente. In passato, ho pensato di doverlo fare per forza perché " lo facevano tutti" anche se per me era una cosa strana e imbarazzante. Mi sento parecchio a disagio quando per sbaglio qualcuno parla di queste cose con me, perché non ho nulla da dire dal momento che non ho mai avuto nessuna esperienza in questo senso. Voi come vi sentite quando si parla di sesso o se qualcuno vi chiede di parlarne? Evitate l argomento o vi inventate qualcosa sul momento? Se questa discussione vi mette in imbarazzo ditemelo pure

GRAZIE

Venerdì, 07/12/2018 alle 16:08
Per me nessun imbarazzo
mi piace rispondere a queste domande.
È difficile che qualcuno mi faccia domande sul sesso o roba simile... Ma se capita dico la verità... Non ho nessun problema a dire come la penso.
Certo non credo mi sia mai capitato. Oltre che con mia madre
Per me nessun imbarazzo

È difficile che qualcuno mi faccia domande sul sesso o roba simile... Ma se capita dico la verità... Non ho nessun problema a dire come la penso.
Certo non credo mi sia mai capitato. Oltre che con mia madre

Venerdì, 07/12/2018 alle 16:16
Ciao Viandante,
quoi-romanticismo è un termine non scientifico (utilizzato su siti di approfondimento) per favorire la messa a fuoco di una modalità affettiva non tradizionalmente romantica né totalmente aromantica (ciò nonostante non meno profonda). Insomma, per chi si trova in questa posizione non è chiara la distinzione tra attrazione platonica (slegata da preferenze di genere) e l'attrazione romantica come viene tradizionalmente concepita (etero- / omo- / bi-). Nel mio caso prevale decisamente la componente affettiva platonica...
Ciao Viandante,
quoi-romanticismo è un termine non scientifico (utilizzato su siti di approfondimento) per favorire la messa a fuoco di una modalità affettiva non tradizionalmente romantica né totalmente aromantica (ciò nonostante non meno profonda). Insomma, per chi si trova in questa posizione non è chiara la distinzione tra attrazione platonica (slegata da preferenze di genere) e l'attrazione romantica come viene tradizionalmente concepita (etero- / omo- / bi-). Nel mio caso prevale decisamente la componente affettiva platonica...
Venerdì, 07/12/2018 alle 16:22
La mia idea sul sesso è variata nel corso degli anni, col progredire delle mie esperienze e del mio sviluppo mentale.
In un primo momento, appena alle soglie dell'adolescenza, quando capii che la sessualità era una delle principali forze motrici del comportamento animale e quindi anche umano, l'idea mi sdegnò.
La consideravo un'azione istintiva ben poco attinente alla profondità di un sentimento d'amore che per me coinvolge aree cerebrali decisamente più evolute, quindi fui ben felice di constatare che quell'istinto in me non era presente.
Mi ritenevo in grado di amare in modo più puro e vero e mi faceva tristezza l'idea che l'amore per gli altri fosse mosso da pulsioni più ancestrali, come se esse lo svilissero come sentimento.
Poi, nei primi anni delle superiori, cominciai a notare che nelle altre persone sesso e amore erano inscindibili, dall'uno traeva forza l'altro e viceversa, anche se, detto sinceramente, ho notato fin da subito che in genere è dall'interesse sessuale per qualcuno che poi si sviluppa anche l'amore, nella maggioranza dei casi.
In ogni caso, esso è un amore genuinamente percepito e per questo non inferiore al mio.
Così ho capito che nell'amore comunemente inteso, quindi anche sessuale oltre che affettivo, non c'era proprio nulla di male; ho capito che le persone funzionano così e che sono io quella "strana", quella in cui è assente quella componente e che non ero superiore per questo, ma nemmeno inferiore.
Sono sempre stata in pace con me stessa, da questo punto di vista.
Quindi, nei confronti del sesso, sono passata da un iniziale sentimento di disgusto ad uno di neutralità.
La mia neutralità nei confronti del sesso si traduceva in un totale disinteresse e una volontà di non praticarlo, seppur non demonizzassi l'atto in se, avendolo razionalizzato attraverso la logica evoluzionistica e naturale che contraddistingue l'uomo in quanto animale.
Non è cambiato il fatto che a me non interessava e non avevo spinta istintiva o emotiva a farlo.
Provandolo, sulla base di un senso di neutralità, per curiosità intellettiva, per mettermi alla prova, per capire se era solo l'evitamento di un qualcosa di sconosciuto e anche e soprattutto per far felice il mio ragazzo di allora, esso si rivelò insulso e viscido, repellente per me.
Non fece male o chissà che, ma non vedevo l'ora finisse, mi pareva una sdegnante perdita di tempo e vedere il ragazzo a cui volevo così bene essere totalmente annebbiato dall'istintualità mi nauseò.
Di conseguenza, la mia teorica neutralità si ridefinì in un più consapevole e comprovato disgusto.
Non avendo pulsione sessuale, non posso che considerare la sessualità come un basso istinto a me estraneo e al quale non voglio prendere parte.
Attualmente non considero il sesso una bestialità, almeno non per chi lo sente come appartenente a se e lo vive con piacere e coinvolgimento; ma a me non piace, non attira, non coinvolge ed è un atto per me privo di senso, una perdita di tempo gravata da una soddisfazione istintiva e ricercata dalla controparte che non mi piace proprio vedere e di cui non mi piace essere oggetto.
Se qualcuno mi chiede di farlo, dico di no; se qualcuno mi chiede di parlarne, dico che sono affari miei e basta...!
Mica insistono se ti vedono risoluta e sicura di te!
La mia idea sul sesso è variata nel corso degli anni, col progredire delle mie esperienze e del mio sviluppo mentale.
In un primo momento, appena alle soglie dell'adolescenza, quando capii che la sessualità era una delle principali forze motrici del comportamento animale e quindi anche umano, l'idea mi sdegnò.
La consideravo un'azione istintiva ben poco attinente alla profondità di un sentimento d'amore che per me coinvolge aree cerebrali decisamente più evolute, quindi fui ben felice di constatare che quell'istinto in me non era presente.
Mi ritenevo in grado di amare in modo più puro e vero e mi faceva tristezza l'idea che l'amore per gli altri fosse mosso da pulsioni più ancestrali, come se esse lo svilissero come sentimento.
Poi, nei primi anni delle superiori, cominciai a notare che nelle altre persone sesso e amore erano inscindibili, dall'uno traeva forza l'altro e viceversa, anche se, detto sinceramente, ho notato fin da subito che in genere è dall'interesse sessuale per qualcuno che poi si sviluppa anche l'amore, nella maggioranza dei casi.
In ogni caso, esso è un amore genuinamente percepito e per questo non inferiore al mio.
Così ho capito che nell'amore comunemente inteso, quindi anche sessuale oltre che affettivo, non c'era proprio nulla di male; ho capito che le persone funzionano così e che sono io quella "strana", quella in cui è assente quella componente e che non ero superiore per questo, ma nemmeno inferiore.
Sono sempre stata in pace con me stessa, da questo punto di vista.
Quindi, nei confronti del sesso, sono passata da un iniziale sentimento di disgusto ad uno di neutralità.
La mia neutralità nei confronti del sesso si traduceva in un totale disinteresse e una volontà di non praticarlo, seppur non demonizzassi l'atto in se, avendolo razionalizzato attraverso la logica evoluzionistica e naturale che contraddistingue l'uomo in quanto animale.
Non è cambiato il fatto che a me non interessava e non avevo spinta istintiva o emotiva a farlo.
Provandolo, sulla base di un senso di neutralità, per curiosità intellettiva, per mettermi alla prova, per capire se era solo l'evitamento di un qualcosa di sconosciuto e anche e soprattutto per far felice il mio ragazzo di allora, esso si rivelò insulso e viscido, repellente per me.
Non fece male o chissà che, ma non vedevo l'ora finisse, mi pareva una sdegnante perdita di tempo e vedere il ragazzo a cui volevo così bene essere totalmente annebbiato dall'istintualità mi nauseò.
Di conseguenza, la mia teorica neutralità si ridefinì in un più consapevole e comprovato disgusto.
Non avendo pulsione sessuale, non posso che considerare la sessualità come un basso istinto a me estraneo e al quale non voglio prendere parte.
Attualmente non considero il sesso una bestialità, almeno non per chi lo sente come appartenente a se e lo vive con piacere e coinvolgimento; ma a me non piace, non attira, non coinvolge ed è un atto per me privo di senso, una perdita di tempo gravata da una soddisfazione istintiva e ricercata dalla controparte che non mi piace proprio vedere e di cui non mi piace essere oggetto.
Se qualcuno mi chiede di farlo, dico di no; se qualcuno mi chiede di parlarne, dico che sono affari miei e basta...!

Mica insistono se ti vedono risoluta e sicura di te!

Ospite734
Venerdì, 07/12/2018 alle 21:09
Non mi schifa in sé l'idea del sesso. Se inserito in un contesto di amore reciproco mi fa provare sensazioni positive (ad esempio film o letture che propongano scene di sesso di questo tipo... non troppo esplicite o dettagliate a dire il vero).
Ho provato invece molta difficoltà in pratica nella vita sessuale reale. Ho avuto una relazione lunga con rapporti completi e sempre sofferti. Inizialmente il tutto era da me vissuto come un momento di intimità e come un modo per dare piacere al mio partner, e questo rendeva la vita sessuale "sopportabile". Tra l'altro ritenevo che così dovesse essere e quindi mi sforzavo di farmi andare bene questo aspetto, pensando che fosse una sorta di effetto "collaterale" della relazione a due. Nel tempo però ho capito che non ero adatta a questo tipo di approccio e l'adeguarmi mi diventò sempre più difficile, considerato che per me non aveva alcuna importanza mentre per lui era diventata una questione fondamentale.
In generale provo fastidio all'idea di essere desiderata sessualmente e percepire l'urgenza del desiderio nell'altro mi mette in difficoltà.
Mi schifa il sesso quando lo percepisco come un modo per dominare, sfruttare o possedere l'altro.
Non sono particolarmente imbarazzata se altre persone parlano di sesso o delle loro esperienze, dipende anche da come lo fanno ma di solito se ne parla in modo abbastanza discreto (sarà l'età, sarà che io per prima non do adito a troppe confidenze....). Di solito però non vivo situazioni particolarmente difficili in questo senso, le persone che incontro sanno che da molto tempo sono single e sono piuttosto rispettose della mia vita privata.
Non mi schifa in sé l'idea del sesso. Se inserito in un contesto di amore reciproco mi fa provare sensazioni positive (ad esempio film o letture che propongano scene di sesso di questo tipo... non troppo esplicite o dettagliate a dire il vero).
Ho provato invece molta difficoltà in pratica nella vita sessuale reale. Ho avuto una relazione lunga con rapporti completi e sempre sofferti. Inizialmente il tutto era da me vissuto come un momento di intimità e come un modo per dare piacere al mio partner, e questo rendeva la vita sessuale "sopportabile". Tra l'altro ritenevo che così dovesse essere e quindi mi sforzavo di farmi andare bene questo aspetto, pensando che fosse una sorta di effetto "collaterale" della relazione a due. Nel tempo però ho capito che non ero adatta a questo tipo di approccio e l'adeguarmi mi diventò sempre più difficile, considerato che per me non aveva alcuna importanza mentre per lui era diventata una questione fondamentale.
In generale provo fastidio all'idea di essere desiderata sessualmente e percepire l'urgenza del desiderio nell'altro mi mette in difficoltà.
Mi schifa il sesso quando lo percepisco come un modo per dominare, sfruttare o possedere l'altro.
Non sono particolarmente imbarazzata se altre persone parlano di sesso o delle loro esperienze, dipende anche da come lo fanno ma di solito se ne parla in modo abbastanza discreto (sarà l'età, sarà che io per prima non do adito a troppe confidenze....). Di solito però non vivo situazioni particolarmente difficili in questo senso, le persone che incontro sanno che da molto tempo sono single e sono piuttosto rispettose della mia vita privata.
Venerdì, 07/12/2018 alle 21:14
Capito Tamble, grazie
Kitty, per quanto mi riguarda ho sempre avuto a che fare con gente sufficientemente intelligente da non insistere quando notava che non ero ben disposto a parlarne. Quindi di fatto mi è sempre bastato ignorare educatamente la domanda... Poi dipende anche dal contesto. Se è mia nonna a chiedermelo sicuramente è diverso che un amico o un conoscente. Di base c'è comunque il fatto non mi sento in difetto per come sono, anche se non sono ancora arrivato al punto di dire apertamente come stanno le cose
Capito Tamble, grazie

Kitty, per quanto mi riguarda ho sempre avuto a che fare con gente sufficientemente intelligente da non insistere quando notava che non ero ben disposto a parlarne. Quindi di fatto mi è sempre bastato ignorare educatamente la domanda... Poi dipende anche dal contesto. Se è mia nonna a chiedermelo sicuramente è diverso che un amico o un conoscente. Di base c'è comunque il fatto non mi sento in difetto per come sono, anche se non sono ancora arrivato al punto di dire apertamente come stanno le cose
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