Mercoledì, 10/10/2018 alle 18:40
Ciao
Ho una certa affinita' per il modo di approcciare alla vita caratteristico del Buddhismo. Mi chiedo infatti se il mio essere asessuale non sia altro che una delle sfumature di questo mio modo di vedere e vivere la vita.
Premesso il fatto che il Buddhismo, in tutte le sue accezioni, e' qualcosa di estremamente complesso, visto che si e' sviluppato in 2500 anni adattandosi a praticamente tutte le culture del mondo, quindi dentro a questo termine ci si puo' trovare di tutto. Ci sono alcune scuole di pensiero Buddhiste per cui il sesso, similmente ad altre religioni, e' una cosa da evitare. Di primo acchito si potrebbe dire che questo non ha niente a che fare con l'asessualita', visto che il voto di castita' e' per l'appunto, un voto, quindi un impegno che una persona prende, indipendentemente dall'essere asessuale o meno. In realta', per quella che e' la mia comprensione del Buddhismo, il concetto di voto, in questo caso di castita', non e' da intendere come un'dogma da seguire pedissequamente, bensi' un'attitudine che e' auspicabile avere se si vuole vivere la vita in accordo alla visione Buddhista.
In soldoni, secondo un Buddhista cercare appagamento nelle cose mondane e' in ultima analisi causa di insoddisfazione, visto che queste sono per natura transitorie. E questo vale anche per il sesso.
Ecco alcuni versi del Dhammapada, uno dei piu' antichi testi Buddhisti:
284
Finché l'attrazione sessuale
non è svanita
se anche la più sottile delle tracce rimane
il cuore è tenuto in dipendenza
come il vitellino alla mucca.
242
Un comportamento sessuale scorretto
sminuisce chi lo segue,
l'avarizia sminuisce
chi non dona.
Le azioni che sminuiscono chi le compie
sono vere macchie.
246-247
Chi distrugge la vita,
non tiene in nessun conto la verità,
è irresponsabile nella sessualità,
prende ciò che non gli appartiene
e sventato indulge alle droghe
distrugge le radici stesse
della sua vita.
211
Guardati dall'attaccamento
che nasce dall'affetto
perché separarsi da chi
ci è caro è doloroso;
se invece non assecondi
né osteggi l'affetto
non ci sarà schiavitù.
216
Perdersi nel desiderio
produce sofferenza;
perdersi nel desiderio
genera paura.
La libertà dal desiderio
mette fine alla sofferenza,
e come potrebbe esserci paura?

Discussioni attive
RISPONDI
Ospite1176
Giovedì, 11/10/2018 alle 11:54
Ciao
ottimo post. La filosofia buddista giunta storicamente ad influenzare anche l'area mediterranea, similarmente alle altre filosofie orientali, africane e mesoamericane pre-colombiane, propone interessanti concetti più o meno simili anche sull'amore e il corretto modo di vivere la sessualità.(come nei versetti da te riportati). Per chi segue queste filosofie i concetti di miglioramento spirituale interiore, gradi di vibrazione e debiti karmici potrebbero anche costituire fonte di spiegazione dell'assessualità.
Ciao
ottimo post. La filosofia buddista giunta storicamente ad influenzare anche l'area mediterranea, similarmente alle altre filosofie orientali, africane e mesoamericane pre-colombiane, propone interessanti concetti più o meno simili anche sull'amore e il corretto modo di vivere la sessualità.(come nei versetti da te riportati). Per chi segue queste filosofie i concetti di miglioramento spirituale interiore, gradi di vibrazione e debiti karmici potrebbero anche costituire fonte di spiegazione dell'assessualità.
Giovedì, 11/10/2018 alle 12:41
Un'etica, una morale, una fede interiorizzata al punto da diventare parte integrande dell'identità stessa di una persona, potrebbero portarla a vivere in linea con quelli che sono i precetti guida.
Non si tratterebbe di assenza istintiva ed innata di desiderio per il sesso, ma di un azione superiore che la fede in un'identità (in questo caso religiosa) compie, sopprimendolo, non per forza in modo consapevole.
Un'etica, una morale, una fede interiorizzata al punto da diventare parte integrande dell'identità stessa di una persona, potrebbero portarla a vivere in linea con quelli che sono i precetti guida.
Non si tratterebbe di assenza istintiva ed innata di desiderio per il sesso, ma di un azione superiore che la fede in un'identità (in questo caso religiosa) compie, sopprimendolo, non per forza in modo consapevole.
Giovedì, 11/10/2018 alle 15:21
@ Netzer73: contento che ti piaccia
@ Delirio: concordo, ma non credo debba essere necessariamente la regola, soprattutto per quanto riguarda il Buddhismo, dove queste regole non vanno intese come comandamenti imposti dall'alto, ma piuttosto come conseguenza di una certa visione ed approccio alla vita. Poi ovviamente dipende da caso per caso, come uno interpreta la cosa...
@ Netzer73: contento che ti piaccia
@ Delirio: concordo, ma non credo debba essere necessariamente la regola, soprattutto per quanto riguarda il Buddhismo, dove queste regole non vanno intese come comandamenti imposti dall'alto, ma piuttosto come conseguenza di una certa visione ed approccio alla vita. Poi ovviamente dipende da caso per caso, come uno interpreta la cosa...
Giovedì, 11/10/2018 alle 16:17
Come "azione superiore" non intendevo tanto un dogma religioso, piuttosto una disposizione mentale che viene a crearsi con l'avvicinamento ad una certa spiritualità.
Come "azione superiore" non intendevo tanto un dogma religioso, piuttosto una disposizione mentale che viene a crearsi con l'avvicinamento ad una certa spiritualità.
Giovedì, 11/10/2018 alle 16:39
Mmm... Got it
Mmm... Got it
Domenica, 14/10/2018 alle 16:59
Bel post Viandante ^_^.
L'argomento nel suo complesso sarebbe molto ampio e probabilmente inadatto ad una dimensione forumistica. Interessante tuttavia il 211.
Che l'amore in quanto sentimento estremo sia facilmente destabilizzante è cosa talmente risaputa da essere divenuta un locus communis in svariati campi filosofico-letterari. Se uno volesse riferire questa cosa anche all'affetto sembrerebbe un po' angusto uno spazio mentale analogico lasciato alla sola amicizia ma, molto opportunamente, a voler ben leggere, ciò che è stigmatizzato dal saggio buddista non è l'affetto in sé stesso ma l'apposizione consecutiva di questo attaccamento: una possibile gelosia, un'eccessiva appiccicosità che finiscono col contraddire la costituzione originaria del concetto . Sono d'accordo con lui nel rilevare che, a prescindere da preferenze e/o orientamenti, le relazioni affettive più durature son quelle in cui si lascia al partner quel grado di libertà che consenta la sicura persistenza della sua dimensione soggettiva.
Facile a dirsi naturalmente. A farsi spesso un po' meno.
Bel post Viandante ^_^.
L'argomento nel suo complesso sarebbe molto ampio e probabilmente inadatto ad una dimensione forumistica. Interessante tuttavia il 211.
Che l'amore in quanto sentimento estremo sia facilmente destabilizzante è cosa talmente risaputa da essere divenuta un locus communis in svariati campi filosofico-letterari. Se uno volesse riferire questa cosa anche all'affetto sembrerebbe un po' angusto uno spazio mentale analogico lasciato alla sola amicizia ma, molto opportunamente, a voler ben leggere, ciò che è stigmatizzato dal saggio buddista non è l'affetto in sé stesso ma l'apposizione consecutiva di questo attaccamento: una possibile gelosia, un'eccessiva appiccicosità che finiscono col contraddire la costituzione originaria del concetto . Sono d'accordo con lui nel rilevare che, a prescindere da preferenze e/o orientamenti, le relazioni affettive più durature son quelle in cui si lascia al partner quel grado di libertà che consenta la sicura persistenza della sua dimensione soggettiva.
Facile a dirsi naturalmente. A farsi spesso un po' meno.

Martedì, 16/10/2018 alle 11:01
Molte sono le religioni che vedono nel sesso una "distrazione" o un qualcosa da evitare. È una specie di iter consigliato a molti fedeli o seguaci. Specialmente nelle religioni orientali il distacco dalle passioni terrene e dai sensi è qualcosa di basilare. Dunque può darsi che questo ti abbia portato in modo naturale a vivere i tuoi bisogni erotici in modo diverso e a canalizzarli o sublimarli in altre cose e non nel sesso.
Molte sono le religioni che vedono nel sesso una "distrazione" o un qualcosa da evitare. È una specie di iter consigliato a molti fedeli o seguaci. Specialmente nelle religioni orientali il distacco dalle passioni terrene e dai sensi è qualcosa di basilare. Dunque può darsi che questo ti abbia portato in modo naturale a vivere i tuoi bisogni erotici in modo diverso e a canalizzarli o sublimarli in altre cose e non nel sesso.
Venerdì, 08/02/2019 alle 23:51
Ci ho riflettuto a lungo in quanto interessata al buddismo. Posso dire che secondo me è importante parlare di educazione. Il sesso in altre epoche storiche non era il centro delle relazioni come oggi, certo dava piacere ma non se ne abusava, oppure idealmente serviva a riprodursi.
Secondo me l'essere ace ha molto a che fare con l'ossessione di oggi per l'amore e il sesso che vediamo spesso in TV, nella musica, nelle pubblicità, nei discorsi, nella ricerca del fisico perfetto...
Se al posto di un condizionamento pro-sesso come quello di oggi subissimo un condizionamento/educazione più buddista, che cerca di trascendere l'attrazione anziché buttarsi senza remore nei propri istinti, esagerandoli, avremmo un approccio come società ben diverso al sesso.
Quindi secondo me può essere che una persona asex o quantomeno Gray che si interessa al buddismo possa accentuare la sua natura perché anziché sentirsi in difetto e tentare di negare questo aspetto (come ho spesso fatto io) trova un ambiente che favorisce il suo naturale modo di essere.
Ci ho riflettuto a lungo in quanto interessata al buddismo. Posso dire che secondo me è importante parlare di educazione. Il sesso in altre epoche storiche non era il centro delle relazioni come oggi, certo dava piacere ma non se ne abusava, oppure idealmente serviva a riprodursi.
Secondo me l'essere ace ha molto a che fare con l'ossessione di oggi per l'amore e il sesso che vediamo spesso in TV, nella musica, nelle pubblicità, nei discorsi, nella ricerca del fisico perfetto...
Se al posto di un condizionamento pro-sesso come quello di oggi subissimo un condizionamento/educazione più buddista, che cerca di trascendere l'attrazione anziché buttarsi senza remore nei propri istinti, esagerandoli, avremmo un approccio come società ben diverso al sesso.
Quindi secondo me può essere che una persona asex o quantomeno Gray che si interessa al buddismo possa accentuare la sua natura perché anziché sentirsi in difetto e tentare di negare questo aspetto (come ho spesso fatto io) trova un ambiente che favorisce il suo naturale modo di essere.
Mercoledì, 06/03/2019 alle 16:37
Sono una laica buddista da 30 anni. Come sapete, ci sono vari tipi di buddismo , ma ognuno fa una netta distinzione tra laici e monaci tenuti alla castità, alla rinuncia e ale privazioni, come mezzo di fortificazione del corpo e dello spirito.
I laici sono tenuti al rispetto della buddita ' che esiste in ogni essere umano e ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni che generano karma positivo o negativo. So che è molto riduttivo parlare così del Buddismo, ma sinceramente non ho capito l'attinenza con la decisione di essere asessual.
Sono una laica buddista da 30 anni. Come sapete, ci sono vari tipi di buddismo , ma ognuno fa una netta distinzione tra laici e monaci tenuti alla castità, alla rinuncia e ale privazioni, come mezzo di fortificazione del corpo e dello spirito.
I laici sono tenuti al rispetto della buddita ' che esiste in ogni essere umano e ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni che generano karma positivo o negativo. So che è molto riduttivo parlare così del Buddismo, ma sinceramente non ho capito l'attinenza con la decisione di essere asessual.
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