Ok: è una domenica di fine estate, mi sento vagamente malinconico e perciò questo sarà un post del tipo riflessivo-lagnoso. Perciò...reader discretion is advised.
Come vi ho detto in altri post, temo di essere un asessuale con una forte tendenza all'attrazione romantica. Pur non possedendo a mio parere qualità estetiche né morali particolarmente degne di nota, la vita mi ha fatto sufficientemente fortunato da incontrare donne dotate in maniera straordinaria di entrambe. Ancor più fortunato mi ritengo se penso ai casi in cui queste donne hanno trovato in me qualcosa che le ha portate ad un avvicinamento sentimentale nei miei confronti.
DISCLAIMER: scrivo in un momento di sobrietà sentimentale.
L'innamoramento è stato per me sempre l'emozione più bella e più dolorosa. Io quello che provano le persone normali (passatemi il termine questa volta) quando sono innamorate non lo so. Lo posso solo immaginare dalla letteratura, dalla poesia, dalla musica, e non sembra che ci sia una grande differenza con quello che provo io. Ma io non so cosa vuol dire davvero "desidero il tuo corpo". Non credo che per un sessuale ci sia possibilità di distinguere tra il dolce smarrimento di pensare agli occhi della persona che si ama e il pensiero della congiunzione con il suo corpo. Cioè io so benissimo cosa significa sognarsi a occhi aperti il profumo dei suoi capelli quando ci si è abbracciati l'ultima volta. Ma per una persona normale questo è più/come/meno del ricordo dell'ultimo orgasmo raggiunto insieme?
Comunque il punto non è questo. Non pensate che io mi trovi in un momento di invidia per la normalità sessuale. E vi dirò che non invidio nemmeno quelli tra noi che hanno raggiunto un equilibrio di solitudine. So che si può vivere bene da soli, io ci vivo da qualche anno ormai. Ma so che mi succederà di nuovo. Perché ogni volta che, per via della mia natura, le mie relazioni sono terminate (siccome ho incontrato persone meravigliose, alcune sono durate tanto nonostante la mia diversa indole), avevo sempre il solito proposito: basta innamorarsi, basta fare innamorare (questo è chiaramente velleitario, visto che non mi spiego come sia possibile che sia mai successo!), è ora di accettarsi per quello che si è e trarne le conseguenze.
Ora, alla soglia dei venerandi trenta, ho capito che non è cosa. Come obbligarmi al sesso per fare "felice" una compagna sessuale, o almeno per dimostrarle affetto facendole vedere che ci ho provato anche contro la mia natura, non è più cosa perché lede la mia identità sessuale, così anche optare per l'assenza di sentimenti lede la mia identità sentimentale di persona che vuole una relazione romantica e - soprattutto - vuole LA relazione romantica.
Dunque non è che in ciò che vi ho scritto ci sia proprio una domanda. Anzi chiedo perdono perché sicuramente alcuni di voi hanno già affrontato l'argomento in post precedenti. Però vorrei sapere come la vivete voi, e specialmente voi asessuali etero/omo-romantici. Non vi innamorate più? Vi innamorereste solo se sapeste che lui/lei è come voi asessuale? Ve la sentite ancora di conoscere e frequentare uomini/donne senza paura di finire in una situazione in cui tutto il vostro cuore vorrebbe dire "sì", ma dovete dire "no" perché per l'altro/altra "sì" vuol dire inevitabilmente anche sesso? Mettete un blocco ai vostri sentimenti per cui riuscite a voler bene alle persone ma a fermarvi prima che questo voler bene diventi una cosa più travolgente?
Un abbraccio a tutti e una buona domenica
Satoshi
