Domenica, 22/07/2018 alle 14:46
Per anni ( e come potete vedere sono veramente tanti ) non ho avuto coscienza di me, semplicemente mi sembrava che tutto l'interesse che gli "altri" davano al sesso fosse più un dire che un fare, e che quando era davvero "fare" si riduceva a pochi "maniaci"
Pian piano ho cominciato a capire che io non avevo un grande interesse e che quando un poco c'era ( si perchè ogni tanto un pochino c'era ) era con delle persone con cui avevo avuto modo di parlare e di cui apprezzavo, oltre l'aspetto esteriore, anche quello interiore.
Trovando questo gruppo finalmente ho travato la via perdefinirmi : prima di tutto un casino ! Poi direi asessuale al 50%, demisessuale al 25 % ( però un sesso affatto forte ne che duri gionata intera o, meno ancora, che preveda perversioni ), Demiromantico al 15 % , il rimanente 10 % me lo tengo di riserva per qualche altra scoperta che dovessi/potessi fare su di me.
In tanti anni, mi si è sviluppato un tanto involontario quanto forte senso di rabbia : avrei voluto una famiglia, avrei voluto dei figli e invece sono sempre solo.
Alla luce di quanto sono oggi continuo a desiderare di poter avere una compagna, purtroppo le caratteristiche che dovrebbero contraddistinguerla non sono cambiate e allora chiedo : posso ancora sperare di trovarla ? Secondo voi dove potrei trovare il mio spazio ? C'è fra voi qualcuna che si sente compatibile con me ?
PENSIERI E COMMENTI SONO GRADITI !

Discussioni attive
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Domenica, 22/07/2018 alle 17:39
Scusa, ma se sei asessuale lo sei al 100%. Se vuoi fare sesso solo ogni tanto, o per poco tempo, o solo quando sei innamorato, non sei di fatto asessuale. Hai soltanto un desiderio sessuale parecchio più basso del comune, e circoscritto a determinate situazioni.
Ma questa non è asessualità, l'asessualità non è qualcosa d'intermittente. Sarebbe come dire "sono vegetariano, ma una volta al mese mangio una bistecca": un controsenso.
Io ti consiglierei di evitare la tendenza ad etichettarti a tutti i costi: hai un tuo modo di vivere la sessualità, bene. Vivila liberamente come desideri, ma volerti sentire a tutti costi parte di una categoria, solo per poter "dare un nome" alla tua condizione, è deleterio anche per te stesso.
Scusa, ma se sei asessuale lo sei al 100%. Se vuoi fare sesso solo ogni tanto, o per poco tempo, o solo quando sei innamorato, non sei di fatto asessuale. Hai soltanto un desiderio sessuale parecchio più basso del comune, e circoscritto a determinate situazioni.
Ma questa non è asessualità, l'asessualità non è qualcosa d'intermittente. Sarebbe come dire "sono vegetariano, ma una volta al mese mangio una bistecca": un controsenso.
Io ti consiglierei di evitare la tendenza ad etichettarti a tutti i costi: hai un tuo modo di vivere la sessualità, bene. Vivila liberamente come desideri, ma volerti sentire a tutti costi parte di una categoria, solo per poter "dare un nome" alla tua condizione, è deleterio anche per te stesso.
Domenica, 22/07/2018 alle 18:12
Già per il semplice fatto di darci un nome e un cognome è un etichettarsi. Non comprendo questa crociata contro le etichette. L'essere umano tende a dare una definizione a tutto, per una serie di ragioni, fra cui quella di sentirsi riconosciuto e in ciò niente di male. Siamo animali sociali e l'etichetta non è qualcosa di cui esser prigioniero, ma un modo per poter avere una conoscenza di sé a grandi linee.
La demisessualità, così come altri spettri, fanno parte dell'asessualità. Basti andare in giro sul Web e sono sempre parte di questo "mondo".
Senza asessualità non si sarebbero scoperte neanche queste peculiarità.
Se a quest'ora non ci fossero state le etichette nessuno si sarebbe iscritto su questo forum per sentirsi "più al sicuro" da molte altre persone che oltre l'eteronormativa non conosco altro.
Questo è quello che mi viene da dire.
Già per il semplice fatto di darci un nome e un cognome è un etichettarsi. Non comprendo questa crociata contro le etichette. L'essere umano tende a dare una definizione a tutto, per una serie di ragioni, fra cui quella di sentirsi riconosciuto e in ciò niente di male. Siamo animali sociali e l'etichetta non è qualcosa di cui esser prigioniero, ma un modo per poter avere una conoscenza di sé a grandi linee.
La demisessualità, così come altri spettri, fanno parte dell'asessualità. Basti andare in giro sul Web e sono sempre parte di questo "mondo".
Senza asessualità non si sarebbero scoperte neanche queste peculiarità.
Se a quest'ora non ci fossero state le etichette nessuno si sarebbe iscritto su questo forum per sentirsi "più al sicuro" da molte altre persone che oltre l'eteronormativa non conosco altro.
Questo è quello che mi viene da dire.
Ospite734
Domenica, 22/07/2018 alle 18:21
Alberto, mi riconosco molto nel tuo modo di sentire. Per quel che mi riguarda, avendo anch'io la sensazione che tutto sia molto complicato, penso di rientrare nella cosiddetta zona grigia ( ma anche alcune caratteristiche di demisessualità le riconosco). Condivido quello che dice Emanuele: etichettarsi a tutti i costi non serve, e a volte può essere controproducente. Però a me è servito per capire che alcune caratteristiche della mia sessualità non sono in realtà frutto di mancanze, o inadeguatezza, ma fanno parte del mio modo di essere. Questo pensiero mi fa stare bene e quindi in qualche modo cerco di "coltivarlo"...
Il problema della relazione di coppia penso che sia comune: sarebbe importante trovare una persona con esigenze sessuali simili... Poi sono convinta anche che nelle dinamiche di coppia i problemi sono comunque complessi, e vanno ben oltre le esigenze sessuali.
Io cerco di vivere in modo positivo il presente, di lavorare su di me per migliorare, di gioire delle cose belle che mi succedono, di non "fissarmi" troppo sulla sensazione di solitudine e di ricordarmi che non tutto è rose e fiori nella vita di coppia ( si tende un po' a idealizzare). Poi che cosa riserva la vita non si può mai sapere...
Alberto, mi riconosco molto nel tuo modo di sentire. Per quel che mi riguarda, avendo anch'io la sensazione che tutto sia molto complicato, penso di rientrare nella cosiddetta zona grigia ( ma anche alcune caratteristiche di demisessualità le riconosco). Condivido quello che dice Emanuele: etichettarsi a tutti i costi non serve, e a volte può essere controproducente. Però a me è servito per capire che alcune caratteristiche della mia sessualità non sono in realtà frutto di mancanze, o inadeguatezza, ma fanno parte del mio modo di essere. Questo pensiero mi fa stare bene e quindi in qualche modo cerco di "coltivarlo"...
Il problema della relazione di coppia penso che sia comune: sarebbe importante trovare una persona con esigenze sessuali simili... Poi sono convinta anche che nelle dinamiche di coppia i problemi sono comunque complessi, e vanno ben oltre le esigenze sessuali.
Io cerco di vivere in modo positivo il presente, di lavorare su di me per migliorare, di gioire delle cose belle che mi succedono, di non "fissarmi" troppo sulla sensazione di solitudine e di ricordarmi che non tutto è rose e fiori nella vita di coppia ( si tende un po' a idealizzare). Poi che cosa riserva la vita non si può mai sapere...
Lunedì, 23/07/2018 alle 15:49
Mi pare che il discorso di Emanuele e quello di Fab relativo a queste etichette che, in omaggio al filosofo tedesco Immanuel Kant, potremmo chiamare anche "categorie", non siano inconciliabili.
La questione fu, a mio avviso, già correttamente inquadrata in senso generalissimo dal nostro Giambattista Vico:
"Quand'anche ci fosse un dio artefice dell'uomo, l'uomo sarebbe il dio degli artefatti"
C'è già in nuce, neppur troppo implicita, tutta la critica agli -ismi . La costruzione delle categorie/rtichette è praticamente inevitabile come giustamente ha intuito Fab ma, al tempo stesso, visto che non pare opportuno divenir gli schiavi di quanto noi stessi siamo andati approntandoci, non bisogna neppure lasciarsene dominare come obietta Emanuele.
Mi pare che il discorso di Emanuele e quello di Fab relativo a queste etichette che, in omaggio al filosofo tedesco Immanuel Kant, potremmo chiamare anche "categorie", non siano inconciliabili.
La questione fu, a mio avviso, già correttamente inquadrata in senso generalissimo dal nostro Giambattista Vico:
"Quand'anche ci fosse un dio artefice dell'uomo, l'uomo sarebbe il dio degli artefatti"
C'è già in nuce, neppur troppo implicita, tutta la critica agli -ismi . La costruzione delle categorie/rtichette è praticamente inevitabile come giustamente ha intuito Fab ma, al tempo stesso, visto che non pare opportuno divenir gli schiavi di quanto noi stessi siamo andati approntandoci, non bisogna neppure lasciarsene dominare come obietta Emanuele.

Lunedì, 23/07/2018 alle 17:51
Difatti ho voluto precisare che l'etichetta non dev'essere una prigione, ma è necessaria per motivazioni puramente sociali.
Difatti ho voluto precisare che l'etichetta non dev'essere una prigione, ma è necessaria per motivazioni puramente sociali.
Lunedì, 23/07/2018 alle 23:45
Ma forse anche puramente individuali Fab. Anche individualmente, te la sentiresti di vivere senza categorie? E, se sì, come immagineresti di farlo?
Ma forse anche puramente individuali Fab. Anche individualmente, te la sentiresti di vivere senza categorie? E, se sì, come immagineresti di farlo?

Mercoledì, 25/07/2018 alle 08:44
Ché, a voler pignolare, a memoria mia, almeno uno che, grosso modo, ha immaginato di farlo c'è pure stato
Ché, a voler pignolare, a memoria mia, almeno uno che, grosso modo, ha immaginato di farlo c'è pure stato

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