Caro Emanuele, mi permetto tale appellativo in quanto siamo tutti affini nella confusione dei ruoli che altri vogliono attribuirci, e sappi che esiste ed esisterà sempre una scala o un valore a cui appartenere; la tristezza della nozione ci rende schiavi di generalizzazioni e di asfittiche etichette in cui le persone risolvono le loro esistenze facendo ciò che il loro cliché gli ordina di eseguire e per così essere socialmente accettati. Ecco perché tu ti confondi nel non ritrovare il tuo viso sotto una qualche qualifica o denominazione, ed ecco il perchè il ragazzo della ns amica si sente deprezzato dall'amplesso (ma questa è un'altra storia).
Felice di sentire che invece di cercare la solitudine in una relazione hai deciso di provare a relazionarti con te stessa (qui il femminile era d'obbligo), nel mezzo dei silenzi di quella relazione avrai sentito una voce dentro che ti raccontava chi volevi essere, e non ci sono orgasmi o a rigurgiti di piacere che possano darti più forza e amore del sapere che, anche se da sola, sei qualcosa di intero e di unico. Seppur affine ad alcuni e contraria e contrariante per altri.
Mi piace la cosa che esprimi te stesso come un LUI, nelle descrizioni, ed una LEI nei sentimenti .... che poi cosa sarà mai sta' differenza !!!

Ciao
Asmodeo
PS; spero la ns amica ci perdoni se siamo usciti dal suo argomento. scusaci!
