Ciao, vi racconto in breve la mia storia nella speranza che qualcuno di voi mi aiuti a chiarire le idee.
Sono una ragazza di 20 anni, frequento l'università e ho molti e diversificati hobby (sport, danza, lettura, cinema).
Sono sempre stata timida, ma allo stesso tempo un po' il "bastian contrario" della situazione. Per spiegarmi meglio, a scuola, sin dalla materna, ho sempre fatto molto difficoltà ad interagire con gli altri, ma allo stesso tempo ero anche quella che se qualcosa non le stava bene si faceva sentire, a volte anche aggressivamente. Comunque sia, col tempo ho imparato ad essere più paziente di fronte a compromessi ed ingiustizie, anche se continuo a farmi sentire quando qualcosa non va. Dico questo per farvi capire ciò che dirò in seguito, non per esibizionismo

Allora, il fatto è che crescendo mi sono accorta di avere dei problemi a livello "sessuale". Inizio dicendo che ho sviluppato più tardi dei desideri sessuali rispetto alle mie compagne: alle medie non mi piaceva nessuno (anche se alle elementari avevo provato dei desideri romantici verso due miei compagni) e non avevo nessun tipo di desiderio sessuale, al liceo presi una cotta per il mio fighissimo professore di lettere (il cliché dei cliché) ed incominciai a sviluppare dei primordi di libido nei suoi confronti. In seguito, sempre durante il liceo, mi iniziò a piacere un ragazzo molto strano e un po' asociale come me. Non essendo mai riuscita davvero ad avere una conversazione decente con lui a causa della mia timidezza, decisi di scrivergli dopo la maturità. Lui si dimostrò disinteressato, perciò passai l'estate a piangere e a cercare di farmene una ragione.
Ora sono passati tre anni da quella volta, ho avuto delle esperienze con diversi ragazzi, ma non ho mai provato piacere in tutto ciò.
Specifico dicendo che, in questi anni, ci sono dei ragazzi che mi sono piaciuti "platonicamente" (per modo di dire, perché in realtà l'amore Platonico è un'altra cosa da quel che genericamente si intende), ma non sono quelli con cui poi io sono uscita.
Potreste obiettare che è per questo che non c'è stato coinvolgimento da parte mia, ma io sento che non è questa la spiegazione. Infatti, anche con l'unico ragazzo da cui sono stata inizialmente ricambiata, non riuscivo a sciogliermi, sebbene provassi un forte desiderio nei suoi confronti. Succedeva che appena mi toccava, anche solo per salutarmi, mi irrigidivo e anzi, con lui ero anche più fredda che con gli altri, perché di lui mi importava.
E' come se io non riuscissi a provare non solo desiderio, ma neanche affetto per le persone con cui io esco, perché con loro non mi sono pre-costruita i mondi immaginari che creo con quelle che io individuo. Allo stesso tempo non ho il coraggio di "abbordare" gli spesso inconsapevoli "oggetti" del mio desiderio, un po' per la timidezza, ma soprattutto per la semi-consapevolezza che qualora loro si dimostrassero interessati, io non riuscirei ad avere un qualsivoglia contatto intimo con loro. Non credo di essere un' asessuale "pura", ma ho sentito il bisogno di sfogarmi qui, con persone che magari hanno avuto esperienze simili, perché questo mio atteggiamento mi sta davvero danneggiando ed il peggio è che nessuno sembra prendere in considerazione quello che per me è un problema. Le mie amiche non mi prendono sul serio quando racconto loro queste cose, al più mi rispondono "non hai ancora trovato quello giusto, quando lo troverai ti verrà tutto naturale". Ma, ammesso e non concesso che ne esista "uno giusto", sarà lui a non trovare me, risospinto indietro dalla mia freddezza.
Vi ringrazio per l'attenzione e mi scuso per aver scritto così tanto e forse male.
