Venerdì, 19/01/2018 alle 01:16
... ma non so se mi vedo nella definizione, contemplando anche l'elasticità che una definizione su una questione così delicata e personale non può non avere. Probabilmente non ci avevo mai pensato, d'altra parte prima di tempi recenti non avevo nemmeno mai sentito pronunciare il termine "asessuale", inoltre, avendo dalla mia un temperamento contraddistinto da un malcelato egocentrismo, non mi sono mai preoccupato molto di quanto e come gli altri mi considerassero diverso.
Stavo scrivendo un lungo post riversando qualcosa come quindici anni di vita in mezza pagina, ma ci ho ripensato, meglio optare per la sintesi e lasciare che gli elementi importanti ed evetualmente le conclusioni emergano dal confronto con voialtri, altrimenti verrebbe meno il senso di sollevare la questione in un luogo di discussione.
Per farla breve, ho sempre ritenuto il sesso sopravvalutato, ho avuto un paio di relazioni, ma in realtà non mi sono mai più di tanto preoccupato della cosa: farlo non mi infastidisce e non farlo non mi manca (ora sono solo da tre o quattro anni). Aggiungo al quadro questo dettaglio: la mia libido non è ma stata particolarmente sviluppata (esiste, ma non è mai tanto forte da spingermi non saprei nemmeno io dire verso chi, dato che al momento non conosco nessuna che mi interessi effettivamente e di frequentare ragazze a caso non mi è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello), ma in un periodo recente durato un po' più di un anno (e ora finito) ho sperimentato la sua totale assenza (effetti collaterali farmacologici, non intendo entrare nel merito della questione) e devo dire che ho vissuto la cosa in modo oltremodo positivo, sentivo come se mi fossi tolto una zavorra inutile.
Probabilmente adesso sono stato fin troppo sintetico, ci sono sicuramente altre questioni rilevanti, ma mi rimetto a voi per farle emergere, ergo se avete domande fatevi sotto.

Discussioni attive
RISPONDI
Venerdì, 19/01/2018 alle 11:48
Mi sembri una persona molto cerebrale, o, per essere più precisi, corticale, quindi lo vedo molto logico che tu apprezzi l'assenza totale di libido, rilegandola ad un istinto animale, un vincolo biologico che sottrae libertà alla vera espressione umana di pensiero superiore.
Infondo, è una pulsione che se c'è, costringe a soddisfarla, pena la frustrazione.
Le persone, generalmente, se non l'assecondano (subito o dopo un lasso di tempo, dipende dalla forza di questa pulsione), finiscono per provare fastidio, insoddisfazione, malumore, mancanza.
Togliere questa pulsione ti esonererebbe da un attività (masturbatoria o sessuale) che, probabilmente, reputi non solo indifferente ma anche poco proficua.
Non so se quel che ho detto è giusto, quindi rimando a te le considerazioni, però mi trovi estremamente d'accordo sul fatto che non possederla, questa libido, sia una libertà: un istinto in meno che ottenebra il raziocinio.
Io ho amiche molto libidinose (non in senso spregiativo, sia chiaro), e so quanto ne soffrono se non danno sfogo a questa energia: ansia, frustrazione, rabbia, sconforto e la loro stessa immagine di sé, la loro autostima, che subisce sbalzi e crolla.
Sapere di non essere soggetta a tutto questo, mi ha sempre fatto ritenere fortunata.
La libido, in ogni caso, non si traduce inevitabilmente nell'interesse per la sessualità condivisa: in molti asessuali c'è libido, che potremmo malamente definire come "bisogno di provare piacere sessuale", ma si soddisfa pienamente con l'autostimolazione.
È un bisogno fisiologico che trova adempimento nella stimolazione meccanica di certe zone.
Quello che ci spinge alla sessualità condivisa, credo sia più un bisogno psicologico: la meccanica è sempre quella, la stimolazione non cambia, la situazione sì.
La domanda è: la tua esile libido ti spinge a volere rapporti condivisi, o si appaga e assopisce con l'autoerotismo?
Se ti spinge verso gli altri o verso qualcosa di esterno, allora significa che c'è anche una componente psicologica che fa da innesco e/o da alimentante.
Sull'interrogarsi in materia, io non l'ho mai fatto.
Sono così da sempre e l'ho sempre ritenuto normale; mi sono invece interrogata sugli altri, sul perché considerassero il sesso come la cosa migliore del mondo.
Già prima di conoscere l'etichetta asessuale e la comunità che le si è formata attorno, facevo presente ai ragazzi che frequentavo che ero "frigida", che il sesso non aveva alcun interesse per me e che non si aspettassero nulla da quel punto di vista.
Quando ho scoperto l'etichetta, essa non mi ha suscitato chissà quale riflessione: ho letto di che si tratta e l'unica cosa che mi ha smosso è stata un "ah, ok, mi ci ritrovo".
Per il resto, ho sempre saputo quel che sono e come sono, quindi, non ha diradato confusione ma semplicemente mi ha messa di fronte al fatto che c'è un'intera categoria di persone come me, che non sono l'unica.
In che cosa della definizione non ti rivedi, in particolare?
Mi pare che tu abbia detto di essere indifferente al sesso (sessualità condivisa), giusto?
Considera che ci sono sia asessuali che provano repulsione nel farlo, sia asessuali a cui è indifferente; questi ultimi, di norma, non lo farebbero dato che non ne sono attratti, ma , per esempio nel caso di un partner sessuale, potrebbero assecondare i suoi bisogni pur non provando trasporto passionale o soddisfazione, senza problemi.
Mi sembri una persona molto cerebrale, o, per essere più precisi, corticale, quindi lo vedo molto logico che tu apprezzi l'assenza totale di libido, rilegandola ad un istinto animale, un vincolo biologico che sottrae libertà alla vera espressione umana di pensiero superiore.
Infondo, è una pulsione che se c'è, costringe a soddisfarla, pena la frustrazione.
Le persone, generalmente, se non l'assecondano (subito o dopo un lasso di tempo, dipende dalla forza di questa pulsione), finiscono per provare fastidio, insoddisfazione, malumore, mancanza.
Togliere questa pulsione ti esonererebbe da un attività (masturbatoria o sessuale) che, probabilmente, reputi non solo indifferente ma anche poco proficua.
Non so se quel che ho detto è giusto, quindi rimando a te le considerazioni, però mi trovi estremamente d'accordo sul fatto che non possederla, questa libido, sia una libertà: un istinto in meno che ottenebra il raziocinio.
Io ho amiche molto libidinose (non in senso spregiativo, sia chiaro), e so quanto ne soffrono se non danno sfogo a questa energia: ansia, frustrazione, rabbia, sconforto e la loro stessa immagine di sé, la loro autostima, che subisce sbalzi e crolla.
Sapere di non essere soggetta a tutto questo, mi ha sempre fatto ritenere fortunata.
La libido, in ogni caso, non si traduce inevitabilmente nell'interesse per la sessualità condivisa: in molti asessuali c'è libido, che potremmo malamente definire come "bisogno di provare piacere sessuale", ma si soddisfa pienamente con l'autostimolazione.
È un bisogno fisiologico che trova adempimento nella stimolazione meccanica di certe zone.
Quello che ci spinge alla sessualità condivisa, credo sia più un bisogno psicologico: la meccanica è sempre quella, la stimolazione non cambia, la situazione sì.
La domanda è: la tua esile libido ti spinge a volere rapporti condivisi, o si appaga e assopisce con l'autoerotismo?
Se ti spinge verso gli altri o verso qualcosa di esterno, allora significa che c'è anche una componente psicologica che fa da innesco e/o da alimentante.
Sull'interrogarsi in materia, io non l'ho mai fatto.
Sono così da sempre e l'ho sempre ritenuto normale; mi sono invece interrogata sugli altri, sul perché considerassero il sesso come la cosa migliore del mondo.
Già prima di conoscere l'etichetta asessuale e la comunità che le si è formata attorno, facevo presente ai ragazzi che frequentavo che ero "frigida", che il sesso non aveva alcun interesse per me e che non si aspettassero nulla da quel punto di vista.
Quando ho scoperto l'etichetta, essa non mi ha suscitato chissà quale riflessione: ho letto di che si tratta e l'unica cosa che mi ha smosso è stata un "ah, ok, mi ci ritrovo".
Per il resto, ho sempre saputo quel che sono e come sono, quindi, non ha diradato confusione ma semplicemente mi ha messa di fronte al fatto che c'è un'intera categoria di persone come me, che non sono l'unica.
In che cosa della definizione non ti rivedi, in particolare?
Mi pare che tu abbia detto di essere indifferente al sesso (sessualità condivisa), giusto?
Considera che ci sono sia asessuali che provano repulsione nel farlo, sia asessuali a cui è indifferente; questi ultimi, di norma, non lo farebbero dato che non ne sono attratti, ma , per esempio nel caso di un partner sessuale, potrebbero assecondare i suoi bisogni pur non provando trasporto passionale o soddisfazione, senza problemi.
Venerdì, 19/01/2018 alle 21:35
Credo tu abbia colto abbastanza il fatto che sono uno che per così dire "pensa troppo". Mi ritrovo anche nel fatto di interrogarsi sugli altri e perché mai considerino il sesso come il non plus ultra, in verità non mi ero mai posto quesiti su me stesso prima di sentirmi sbattere in faccia che quella che era la mia visione era diciamo impopolare (tanto per chiarezza: nel mio candido egocentrismo, evidentemente a volte un po' miope, mi ritrovai, poco più di una decina di anni fa, ad uscirmene pubblicamente con la frase inequivocabile di cui sopra "il sesso è sopravvalutato"... sarò per certi versi stupido, ma ero davvero convinto di dire una di quelle cose che almeno alcuni pensano, ma non hanno il coraggio di dire... invece, apriti cielo, pareva mi fossi dichiarato antropofago; dopo una pioggia di ostilità, neanche mi divertissi a dir cazzate, mi liquidarono con il fatto che evidentemente non ero mai stato con una "brava", il che poi non so nemmeno che vorrebbe dire, è una dote innata o c'è un manuale del cazzo? Fu allora che ghignai tra me e me pensando che stando a quella conclusione potevo benissimo essere io quello impedito), in ogni caso anche dopo, preso atto del fatto che la pensavo a modo mio non sono mai stato male con me stesso (o meglio, a volte sì, ma non per questa ragione), il problema sussisteva piuttosto nel rapporto con altri... insomma, non credo sia tanto cortese interrogato con fare svenevole dalla ragazza che ami su quanto sia stato bello rispondere qualcosa di oscillante tra "sì, bello, ma anche la prima stagione di Breacking Bad non era male" e "guarda, faccio i salti di noia", colché non resta che dissimulare entusiasmo e sentirsi in colpa per la consapevolezza della propria falsità.
Sta di fatto che talvolta ho provato anche piacere nel sesso, ma nulla di così smisurato: la stimolazione meccanica di un 'area ipersensensibile tuttalpiù con l'aggiunta del fatto di stare condividedo un momento molto intimo con una persona speciale, se è tutto qui forse posso pure accettarlo per quello che è... col tempo, probabilmente quando e se ci arrivassi eliminerei uno stress che mi sto tirando addosso da solo, forse più che non vedermi nella definizione la verità è che vorrei non verdermici... già mi pare di essere considerato eccentrico per troppa roba.
Mi domandi se la mia scarsa libido mi spinga a volere rapporti e su questa questione devo ammettere che sono abbastanza confuso, nella mia immaginazione potrei dire di sì, ma poi è un dato di fatto che non solo non faccio un passo per avvicinare chicchessia, ma delideratamente agisco per mentenere una certa distanza da chi mi si accosta, ma non saprei dire se questo dipenda dal fatto che le persone che mi piacciono siano davvero poche o... (...mhm... sto ruminado qualche concetto... ci tornerò qui, non oggi però)
Credo tu abbia colto abbastanza il fatto che sono uno che per così dire "pensa troppo". Mi ritrovo anche nel fatto di interrogarsi sugli altri e perché mai considerino il sesso come il non plus ultra, in verità non mi ero mai posto quesiti su me stesso prima di sentirmi sbattere in faccia che quella che era la mia visione era diciamo impopolare (tanto per chiarezza: nel mio candido egocentrismo, evidentemente a volte un po' miope, mi ritrovai, poco più di una decina di anni fa, ad uscirmene pubblicamente con la frase inequivocabile di cui sopra "il sesso è sopravvalutato"... sarò per certi versi stupido, ma ero davvero convinto di dire una di quelle cose che almeno alcuni pensano, ma non hanno il coraggio di dire... invece, apriti cielo, pareva mi fossi dichiarato antropofago; dopo una pioggia di ostilità, neanche mi divertissi a dir cazzate, mi liquidarono con il fatto che evidentemente non ero mai stato con una "brava", il che poi non so nemmeno che vorrebbe dire, è una dote innata o c'è un manuale del cazzo? Fu allora che ghignai tra me e me pensando che stando a quella conclusione potevo benissimo essere io quello impedito), in ogni caso anche dopo, preso atto del fatto che la pensavo a modo mio non sono mai stato male con me stesso (o meglio, a volte sì, ma non per questa ragione), il problema sussisteva piuttosto nel rapporto con altri... insomma, non credo sia tanto cortese interrogato con fare svenevole dalla ragazza che ami su quanto sia stato bello rispondere qualcosa di oscillante tra "sì, bello, ma anche la prima stagione di Breacking Bad non era male" e "guarda, faccio i salti di noia", colché non resta che dissimulare entusiasmo e sentirsi in colpa per la consapevolezza della propria falsità.
Sta di fatto che talvolta ho provato anche piacere nel sesso, ma nulla di così smisurato: la stimolazione meccanica di un 'area ipersensensibile tuttalpiù con l'aggiunta del fatto di stare condividedo un momento molto intimo con una persona speciale, se è tutto qui forse posso pure accettarlo per quello che è... col tempo, probabilmente quando e se ci arrivassi eliminerei uno stress che mi sto tirando addosso da solo, forse più che non vedermi nella definizione la verità è che vorrei non verdermici... già mi pare di essere considerato eccentrico per troppa roba.
Mi domandi se la mia scarsa libido mi spinga a volere rapporti e su questa questione devo ammettere che sono abbastanza confuso, nella mia immaginazione potrei dire di sì, ma poi è un dato di fatto che non solo non faccio un passo per avvicinare chicchessia, ma delideratamente agisco per mentenere una certa distanza da chi mi si accosta, ma non saprei dire se questo dipenda dal fatto che le persone che mi piacciono siano davvero poche o... (...mhm... sto ruminado qualche concetto... ci tornerò qui, non oggi però)
Sabato, 20/01/2018 alle 22:08
Pare che a volte tutto quel pensare mi faccia perdere di vista concetti semplici che altrimenti mi sarebbero già chiari. Nessuno è obbligato a fare nulla che non voglia fare (a parte alzarsi al mattino per andare a lavorare) e "volere" non è un concetto che si applica a condizioni ipotetiche: qualcosa si vuole o non si vuole, qui e ora, all'indicativo presente; non esiste nessun vorrei o vorrò e non c'è da cercare un qualche recondito motivo, in linea di massima in ogni momento si sa cosa si vuole o non si vuole... si può anche agire al contrario, ma è meglio avere una ragione maledettamente valida per farlo.
Pare che a volte tutto quel pensare mi faccia perdere di vista concetti semplici che altrimenti mi sarebbero già chiari. Nessuno è obbligato a fare nulla che non voglia fare (a parte alzarsi al mattino per andare a lavorare) e "volere" non è un concetto che si applica a condizioni ipotetiche: qualcosa si vuole o non si vuole, qui e ora, all'indicativo presente; non esiste nessun vorrei o vorrò e non c'è da cercare un qualche recondito motivo, in linea di massima in ogni momento si sa cosa si vuole o non si vuole... si può anche agire al contrario, ma è meglio avere una ragione maledettamente valida per farlo.
Venerdì, 26/01/2018 alle 15:23
Riguardo al modo in cui ti hanno liquidato, con il "non l'hai ancora fatto con una brava", so che intendi.
Le frasi son sempre quelle:
- "non hai ancora trovato quello giusto";
- "non sai cosa ti perdi";
- "secondo me non hai mai raggiunto l'orgasmo";
- "ti serve uno bravo che ti svezzi";
- "era/erano incapace/i quello/i con cui hai provato";
- ecc..
Insomma, è inconcepibile per queste persone che il sesso non sia un qualcosa di meraviglioso e sono convintissime che cambierai idea non appena lo proverai "per bene".
La verità è che tutte queste persone erano già interessate al sesso ancor prima di farlo, perché per loro è naturale così.
Ricordo i miei compagni di scuola (sia maschi che femmine) e l'influenza che la sessualità aveva su di loro ancor prima di sperimentarla: li attraeva e la sola idea li eccitava a priori.
Si andava poi da quelli che ne erano attratti in modo più materiale ed interessati al sesso fine a se stesso, fino a chi ne era attratto in modo più romantico, inserendolo in una storia d'amore e da farsi solo con una persona che si ama, ma resta il fatto che provavano questo interesse, questa spinta sessuale, ancor prima di sapere davvero in che consisteva attraverso l'esperienza diretta.
Questo in me non è mai successo, così come nei tanti asessuali che leggo qui e su altre piattaforme.
La cosa che non capiscono è che il sesso non mi ha delusa, perché non avevo alcun aspettativa in esso, non mi interessava nemmeno prima di farlo e lo sperimentarlo e scoprire che non valeva niente non mi ha "deluso" un aspettativa, ha anzi "confermato" quello che già sapevo.
È questo che non gli entra in testa, è per questo che continuano a ripetere quelle frasette insensate.
Non sono capaci di staccarsi dalla loro percezione del sesso come bello e attrattivo ed entrare nell'ottica di persone per cui non è né bello né attrattivo, tantomeno deludente, proprio perché non c'è nulla da essere delusi dato che non ci interessa e basta.
Per loro è impossibile che esistano persone così, perché è troppo distante il nostro modo di essere dal loro.
L'unica spiegazione, per loro, è quella che fa da base a quelle frasi: in verità ci interessa, ci piacerebbe farlo, ma siamo delusi perché non l'abbiamo mai fatto bene o non l'abbiamo mai fatto con qualcuno che ci attaeva.
E vabbè.
Spessissimo mi è capitato di sentire persone che definivano l'orgasmo come la cosa più bella che esista. È anche abbastanza normale che, sulla base della loro esperienza così forte ed intensa, non ci credano che per noi non è la stessa cosa.
Le stesse facce un po' sbigottite (anche se in misura moooolto minore), l'ho viste quando mi chiedono se voglio da bere una Coca-Cola e rispondo che non mi piace.
Anche quello è abbstanza inusuale, ma essendo la piacevolezza che loro ne traggono, molto inferiore a quella di un orgasmo, sono più propensi a pensare che sia possibile che a qualcuno quella roba faccia schifo.
Che tu non ti senta male con te stesso, è già molto.
Purtroppo non faccio che leggere di persone che stanno male, che se potessero cambierebbero, che vivono tutto questo come una profonda mancanza.
Il punto è che non vivono come mancanza l'esperienza sessuale in se, perché sai, quando le cose non le si conosce, non le si desidera e non le si comprende, non possono nemmeno mancare (né deludere); magari qualcuno sarebbe incuriosito di sapere quel che provano i sessuali in quell'atto, questo lo concedo, però è abbastanza improbabile che un'idea per noi astratta e irreale come "il sesso è fenomenale", ci provochi frustrazione per non riuscire a sperimentarla, dato che per noi il fatto che sia fenomenale non è vero a priori e non è vero nemmeno nel riscontro pratico.
La mancanza vera che queste persone vivono non è con se stessi, ma viene dall'esterno: la difficoltà a relazionasi con un mondo intero pieno di persone che amano far sesso e che non accettano di rinunciarci; mancanza che si traduce nell'alta probabilità di restare soli a livello sentimentale.
Ma appunto, il problema non sta in loro, ma fuori: è nell'interazione con gli altri, non in se stessi.
Riguardo al modo in cui ti hanno liquidato, con il "non l'hai ancora fatto con una brava", so che intendi.
Le frasi son sempre quelle:
- "non hai ancora trovato quello giusto";
- "non sai cosa ti perdi";
- "secondo me non hai mai raggiunto l'orgasmo";
- "ti serve uno bravo che ti svezzi";
- "era/erano incapace/i quello/i con cui hai provato";
- ecc..
Insomma, è inconcepibile per queste persone che il sesso non sia un qualcosa di meraviglioso e sono convintissime che cambierai idea non appena lo proverai "per bene".
La verità è che tutte queste persone erano già interessate al sesso ancor prima di farlo, perché per loro è naturale così.
Ricordo i miei compagni di scuola (sia maschi che femmine) e l'influenza che la sessualità aveva su di loro ancor prima di sperimentarla: li attraeva e la sola idea li eccitava a priori.
Si andava poi da quelli che ne erano attratti in modo più materiale ed interessati al sesso fine a se stesso, fino a chi ne era attratto in modo più romantico, inserendolo in una storia d'amore e da farsi solo con una persona che si ama, ma resta il fatto che provavano questo interesse, questa spinta sessuale, ancor prima di sapere davvero in che consisteva attraverso l'esperienza diretta.
Questo in me non è mai successo, così come nei tanti asessuali che leggo qui e su altre piattaforme.
La cosa che non capiscono è che il sesso non mi ha delusa, perché non avevo alcun aspettativa in esso, non mi interessava nemmeno prima di farlo e lo sperimentarlo e scoprire che non valeva niente non mi ha "deluso" un aspettativa, ha anzi "confermato" quello che già sapevo.
È questo che non gli entra in testa, è per questo che continuano a ripetere quelle frasette insensate.
Non sono capaci di staccarsi dalla loro percezione del sesso come bello e attrattivo ed entrare nell'ottica di persone per cui non è né bello né attrattivo, tantomeno deludente, proprio perché non c'è nulla da essere delusi dato che non ci interessa e basta.
Per loro è impossibile che esistano persone così, perché è troppo distante il nostro modo di essere dal loro.
L'unica spiegazione, per loro, è quella che fa da base a quelle frasi: in verità ci interessa, ci piacerebbe farlo, ma siamo delusi perché non l'abbiamo mai fatto bene o non l'abbiamo mai fatto con qualcuno che ci attaeva.
E vabbè.
Spessissimo mi è capitato di sentire persone che definivano l'orgasmo come la cosa più bella che esista. È anche abbastanza normale che, sulla base della loro esperienza così forte ed intensa, non ci credano che per noi non è la stessa cosa.
Le stesse facce un po' sbigottite (anche se in misura moooolto minore), l'ho viste quando mi chiedono se voglio da bere una Coca-Cola e rispondo che non mi piace.
Anche quello è abbstanza inusuale, ma essendo la piacevolezza che loro ne traggono, molto inferiore a quella di un orgasmo, sono più propensi a pensare che sia possibile che a qualcuno quella roba faccia schifo.

Che tu non ti senta male con te stesso, è già molto.
Purtroppo non faccio che leggere di persone che stanno male, che se potessero cambierebbero, che vivono tutto questo come una profonda mancanza.
Il punto è che non vivono come mancanza l'esperienza sessuale in se, perché sai, quando le cose non le si conosce, non le si desidera e non le si comprende, non possono nemmeno mancare (né deludere); magari qualcuno sarebbe incuriosito di sapere quel che provano i sessuali in quell'atto, questo lo concedo, però è abbastanza improbabile che un'idea per noi astratta e irreale come "il sesso è fenomenale", ci provochi frustrazione per non riuscire a sperimentarla, dato che per noi il fatto che sia fenomenale non è vero a priori e non è vero nemmeno nel riscontro pratico.
La mancanza vera che queste persone vivono non è con se stessi, ma viene dall'esterno: la difficoltà a relazionasi con un mondo intero pieno di persone che amano far sesso e che non accettano di rinunciarci; mancanza che si traduce nell'alta probabilità di restare soli a livello sentimentale.
Ma appunto, il problema non sta in loro, ma fuori: è nell'interazione con gli altri, non in se stessi.
Venerdì, 26/01/2018 alle 15:24
Per la questione del cosa dire al partner, è un bel problema.
Se provi a spiegare come la vedi tu, in genere finiscono per pensare che sei bloccata/o psicologicamente o che non riescono loro a suscitarti abbastanza desiderio.
D'altra parte, fingere fa troppo male per le persone molto coerenti con se stesse e fedeli alla loro indole.
Io non ce la farei, anche perché sono dell'avviso che venga prima la coerenza e il benessere con me stessa.
La chiave per comprenderti meglio credo stia in quel che per te è il sesso: ha un qualche valore per te?
Per la questione del cosa dire al partner, è un bel problema.
Se provi a spiegare come la vedi tu, in genere finiscono per pensare che sei bloccata/o psicologicamente o che non riescono loro a suscitarti abbastanza desiderio.
D'altra parte, fingere fa troppo male per le persone molto coerenti con se stesse e fedeli alla loro indole.
Io non ce la farei, anche perché sono dell'avviso che venga prima la coerenza e il benessere con me stessa.
La chiave per comprenderti meglio credo stia in quel che per te è il sesso: ha un qualche valore per te?
Sabato, 27/01/2018 alle 04:27
Invidio un po' il fatto che tu avessi a priori una consapevolezza circa il fatto che la sessualità non ti apparteneva, ma forse tanta lucidità è un'arma a doppio taglio: è possibile che il mio stare bene con me stesso dipenda anche dal fatto che, nonostante io non mi senta affatto diverso dagli altri, può sempre pensarci qualcun'altro a farmi notare che così non è, nella stragrande maggioranza dei casi ho un "chissenefrega" già pronto al'uso, ma quando quel qualcuno è uno dei pochi che davvero contano può anche fare un po' male... se accade, ho sempre me stesso, e, se so di non aver fatto male a nessuno (e non è sempre così) non ho ragione per non stentirmi a posto.
Bella domanda se il sesso abbia valore per me. In astratto (cioè senza uno specifico e concreto interesse nei confronti di qualcuno) in effetti nessuno... pensando a una situazione concreta, be', posso riferimi solo al passato, un valore ce l'ha di certo veder brillare gli occhi di una persona accuratamente selezionata, tra le tante opzioni per raggiungere tale risultato il sesso non è la peggiore, un giro di shopping è peggio, e ho fatto anche quello.
Invidio un po' il fatto che tu avessi a priori una consapevolezza circa il fatto che la sessualità non ti apparteneva, ma forse tanta lucidità è un'arma a doppio taglio: è possibile che il mio stare bene con me stesso dipenda anche dal fatto che, nonostante io non mi senta affatto diverso dagli altri, può sempre pensarci qualcun'altro a farmi notare che così non è, nella stragrande maggioranza dei casi ho un "chissenefrega" già pronto al'uso, ma quando quel qualcuno è uno dei pochi che davvero contano può anche fare un po' male... se accade, ho sempre me stesso, e, se so di non aver fatto male a nessuno (e non è sempre così) non ho ragione per non stentirmi a posto.
Bella domanda se il sesso abbia valore per me. In astratto (cioè senza uno specifico e concreto interesse nei confronti di qualcuno) in effetti nessuno... pensando a una situazione concreta, be', posso riferimi solo al passato, un valore ce l'ha di certo veder brillare gli occhi di una persona accuratamente selezionata, tra le tante opzioni per raggiungere tale risultato il sesso non è la peggiore, un giro di shopping è peggio, e ho fatto anche quello.
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