Lunedì, 15/01/2018 alle 20:39
Bèh, intanto, io parto dal presupposto che non è un orientamento sessuale; al massimo, è orientamento A-sessuale!

Etero-sessuale : sessualmente orientato verso "etero: quelli diversi da lui";
Omo-sessuale : sessualmente orientato verso "omo: quelli uguali a lui";
Bi-sessuale: sessualmente orientato verso "bi: entrambi i precedenti".
"Sessuale" sta ad indicare il tipo d'interesse che spinge quella persona ad orientarsi verso "etero", "omo" e "bi", ed è un qualcosa che precede (o segue) l'orientamento. È la dinamica con cui si manifesta l'attrazione verso qualcuno, è l'indole stessa del soggetto che crea la modalità d'interazione con le persone verso cui è diretto il suo interesse.
In questa logica, noi che non siamo sessuali, perché non abbiamo quel tipo di indole, interesse e modalità di rapportarci ai target della nostra attrazione, ci definiamo A-sessuali.
"A-sessuale" non significa "sessualmente attratto da nessuno", questo è uso improprio di un termine formato da un aggettivo con alfa privativo, che serve a negare l'aggettivo di cui è prefisso.
""A-SESSUALE" significa letteralmente "NON SESSUALE" e si riferisce, come il termine "sessuale" detto in precedenza, all'indole, all'interesse e alla modalità di relazione che il soggetto ha nei confronti di coloro verso cui, poi, è orientato.
Un asessuale può quindi avere un orientamento "etero", "omo" o "bi", a seconda di chi lo attrae (non sessualmente), mentre "asessuale" è solo la modalità attraverso cui si esprime questo interesse, ovvero, una modalità "non sessuale".
Sarebbe più corretto, secondo me, sulla base del mio ragionamento, usare i termini:
Etero-A-sessuale;
Omo-A-sessuale;
Bi-A-sessuale.
Sarebbe più semplice, più logico e meno caotico.
A mio avviso, la comunità asex visibile (principalmente quella adesa ai movimenti LGBT+), nel corso di questi anni, ha creato un'abnorme confusione e basta, usando impropriamente termini e inventando definizioni ed etichette, andando a complicare tutto sempre di più.
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Lascia perdere le stime. Una volta siamo l'1%, il giorno dopo siamo al 2%, dopo tre minuti siamo il 10%.
Non mi sembrano molto affidabili, queste stime vaganti.

Fatto sta che siamo pochi.
Siamo pochi sia perché il sesso è normalmente e naturalmente una motivazione base insita nella natura umana e animale, sia perché, come dici tu, la società sfrutta questo interesse innato per il sesso per il profitto e per dirigere l'attenzione dove vuole.
Sfruttandolo, lo esaspera e quel che ne risulta sono una civiltà ipersessualizzata e una cultura ipersessualizzante.
Chi non condivide questo, in genere, se ha un carattere debole e si sente "difettoso" rispetto ai "normali" (o per altre motivazioni), tende a nascondersi e fingere usando le maschere sociali, altrimenti, vive la sua vita, facendo quel che vuole e infischiandosene di quello che la società si aspetta da lui o pensa.
Di certo, l'informazione aiuterebbe a far sapere a quelle persone, sia quelle che si nascondono sia quelle che vivono la loro vita senza rendere conto ai dogmi sociali, che non sono sole.
Però l'informazione va fatta nel modo adeguato, e qui mi riallaccio a quel che ha scritto Emanuele.
C'è modo e modo di fare informazione, e il modo che usano i "movimenti", a me non piace.