Giovedì, 18/05/2017 alle 23:33
L'umanità si è sempre confrontata con tematiche relative alla sfera sentimentale. Credo che gli intimi dilemmi che ci tormentano oggi siano gli stessi che affliggevano gli uomini nell'antichità, perchè in fondo sono questioni intrinseche alla natura umana. Forse però quello che è cambiato è la società, i valori, i ritmi della vita. Per esempio la verginità viene vista quasi come un disvalore da molti, l'emancipazione femminile ha avuto lati positivi e risvolti inattesi, il tempo per riflettere su noi stessi è quasi nullo. Forse una volta c'era più filosofia e oggi più televisione, e non siamo più abituati a pensare, a prenderci il tempo per riflettere, farsi delle domande, confrontarci verbalmente con gli altri, ad ascoltare e meditare. Ripensando ad Aristofane e il mito dell'androgino, all'amore-dolore di Schopenhauer, l'amore cosmico di Empedocle, all'amore di Platone come nostalgia per un'unità perduta...è chiaro che la tematica sia da sempre attuale e controversa. Non si cercano soluzioni o verità assolute, da sempre quello che si cerca è il confronto. Personalmente mi aveva conquistata sin da subito Platone, e condivido le sue bellissime parole "..quando incontrano l'altra metà di se stesse da cui sono state separate, allora sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall'affinità con l'altra persona, se ne innamorano e non sanno più vivere senza di lei – per così dire – nemmeno un istante. E queste persone che passano la loro vita gli uni accanto
agli altri non saprebbero nemmeno dirti cosa si aspettano l'uno dall'altro. Non è possibile pensare che si tratti solo delle gioie dell'amore: non possiamo immaginare che l'attrazione sessuale sia la sola ragione della loro felicità e la sola forza che li spinge a vivere fianco a fianco. C'è qualcos'altro: evidentemente la loro anima cerca nell'altro qualcosa che non sa esprimere, ma che intuisce con immediatezza: [...] riunirsi e fondersi con l'altra anima.
Non più due, ma un'anima sola".
Se dici di essere romantica la gente ti guarda con la faccia da "oh..poveretta..è una sognatrice", mentre se dici di essere passionale ti guardano con la faccia da "ah sì? wow!". Come se l'amore romantico fosse rosa, e quello passionale rosso..come se un romantico non potesse essere passionale.
Io ho sempre creduto fermamente che il romanticismo fosse un distillato di passionalità, e non comprendo come si possa pensare altrimenti. Ci sono miliardi di esempi, ma per farne solo uno: Cime tempestose è una delle colonne del Romanticismo in letteratura, e ad un certo punto si legge "Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte" e ancora la famosissima esclamazione di Cathy "Io sono Heathcliff", ricordano tantissimo le affermazioni di Platone degli innamorati che fondono le loro anime e non sanno più vivere l'uno senza l'altra. Questa non è passione? La passione è solo sesso?

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RISPONDI
Venerdì, 19/05/2017 alle 10:29
La passione è interiore... d'altronde se uno ha la passione
poniamo dei francobolli... che fa ?
La passione è interiore... d'altronde se uno ha la passione
poniamo dei francobolli... che fa ?

Venerdì, 19/05/2017 alle 14:16
Ciao cara, è sempre un piacere leggerti...
L'umanità è sempre la stessa; passano gli anni, i secoli, i millenni, ci evolviamo e progrediamo scientificamente e tecnologicamente, i costumi e le abitudini cambiano, tuttavia ciò non modifica in alcun modo l'essenza dell'animo umano.
Continuiamo tutti a essere, proprio come sosteneva Platone, delle "anime a metà" che danzano in una frenetica ricerca dell'altra parte di se stesse per sentirsi finalmente complete e serene...
Eventi grandiosi e terribili hanno attraversato la storia, accompagnando il cammino dell'umanità sulla terra, tuttavia i bisogni e i desideri di ciascun individuo si sono mantenuti intatti nella loro natura più profonda.
Personalmente, essendo tra l'altro affascinato dalle filosofie orientali, tendo ad applicare il modello proposto da Platone all'intero universo, e di conseguenza mi sento anche abbastanza vicino al pensiero di Empedocle.
Comprendo molto bene, ahimè, le parole di Platone che hai citato, avendo vissuto sulla mia stessa pelle certe sensazioni...
Romanticismo e passionalità sono la medesima cosa; si tende erroneamente a credere che la passione possa essere espressa soltanto a livello fisico, carnale, ma si tratta di una visione molto limitata, oserei dire un grosso equivoco: la passione sentimentale incendia l'anima e non smette mai di bruciare, e non esiste contatto fisico in grado di spegnerla o soltanto sopirla.
Ma la maggior parte della gente, oggi, non è più in grado di comprendere tutto ciò: come dici anche tu, abbiamo perso il desiderio - o forse il coraggio? - di guardarci dentro; perché è più facile, e forse per certi versi più rassicurante, credere che non esista nient'altro che la superficie.
L'abisso fa paura.
Ciao cara, è sempre un piacere leggerti...

L'umanità è sempre la stessa; passano gli anni, i secoli, i millenni, ci evolviamo e progrediamo scientificamente e tecnologicamente, i costumi e le abitudini cambiano, tuttavia ciò non modifica in alcun modo l'essenza dell'animo umano.
Continuiamo tutti a essere, proprio come sosteneva Platone, delle "anime a metà" che danzano in una frenetica ricerca dell'altra parte di se stesse per sentirsi finalmente complete e serene...
Eventi grandiosi e terribili hanno attraversato la storia, accompagnando il cammino dell'umanità sulla terra, tuttavia i bisogni e i desideri di ciascun individuo si sono mantenuti intatti nella loro natura più profonda.
Personalmente, essendo tra l'altro affascinato dalle filosofie orientali, tendo ad applicare il modello proposto da Platone all'intero universo, e di conseguenza mi sento anche abbastanza vicino al pensiero di Empedocle.
Comprendo molto bene, ahimè, le parole di Platone che hai citato, avendo vissuto sulla mia stessa pelle certe sensazioni...
Romanticismo e passionalità sono la medesima cosa; si tende erroneamente a credere che la passione possa essere espressa soltanto a livello fisico, carnale, ma si tratta di una visione molto limitata, oserei dire un grosso equivoco: la passione sentimentale incendia l'anima e non smette mai di bruciare, e non esiste contatto fisico in grado di spegnerla o soltanto sopirla.
Ma la maggior parte della gente, oggi, non è più in grado di comprendere tutto ciò: come dici anche tu, abbiamo perso il desiderio - o forse il coraggio? - di guardarci dentro; perché è più facile, e forse per certi versi più rassicurante, credere che non esista nient'altro che la superficie.
L'abisso fa paura.
Venerdì, 19/05/2017 alle 22:16
il piacere è mio nel leggere la tua opinione. Il paragrafo che hai scritto sulla passione sentimentale riflette esattamente il mio pensiero a riguardo.
Mi trovi d'accordo anche in merito alla paura introspettiva. Quello che non si conosce fa paura, e si preferisce "attraversare la vita sfiorandola appena", come la Bovary, piuttosto che rallentare e farci delle domande. Forse il coraggio all'introspezione è un po' come vincere la paura di perdersi. Come entrare in un labirinto e accettare di essere messi in una situazione, scomoda, in cui bisogna rinunciare parzialmente al controllo su noi stessi. I famosi sentieri dell'Essere che si perdono nel bosco...immagine eloquente da sempre e perfetta. Puoi incontrare un vicolo cieco, e allora devi tornare indietro, puoi doverti chiedere se prendere un corridoio o l'altro, e magari sbagliando ritornare sui tuoi passi. Puoi non renderti conto se stai procedendo verso il centro o se mai ci arriverai, però ti stai muovendo. Fa paura. Principalmente perchè forse vogliamo risposte, e subito. La società ci ha abituato così perchè è anche quello che gli altri pretendono da noi; ma non riusciamo ad accettare l'impossibilità di avere risposte, non sappiamo gestire domande che non richiedono risposte. Sei affascinato dalle filosofie orientali dicevi? Sì, offrono molti spunti di riflessione, e offrono un approccio insolito rispetto a quello dei pensatori classici con cui siamo cresciuti a scuola. Di recente ho scoperto gli haiku, che se vogliamo sono indirettamente semi filosofici, essendo permeati di grande potenza espressiva. (se verrai a torino ti consiglio un giro al MAO. se non ci sei ancora stato potrebbe piacerti!).
Comunque sì, anche per me romanticismo e passionalità si sovrappongono. Poi c'è anche la spinosa questione sensualità e sessualità; parlando con la gente spesso noto confusione tra sensualità, passionalità e sensualità incontrollata (aka lussuria). Personalmente credo che la sensualità sia totalmente scollegata dall'orientamento sessuale o asessuale. Perchè un asessuale non può essere sensuale? Certo che può. La sensualità può estrinsecarsi in mille modi. Certo gli stereotipi fanno marketing ma non esistono solo quelli

Mi trovi d'accordo anche in merito alla paura introspettiva. Quello che non si conosce fa paura, e si preferisce "attraversare la vita sfiorandola appena", come la Bovary, piuttosto che rallentare e farci delle domande. Forse il coraggio all'introspezione è un po' come vincere la paura di perdersi. Come entrare in un labirinto e accettare di essere messi in una situazione, scomoda, in cui bisogna rinunciare parzialmente al controllo su noi stessi. I famosi sentieri dell'Essere che si perdono nel bosco...immagine eloquente da sempre e perfetta. Puoi incontrare un vicolo cieco, e allora devi tornare indietro, puoi doverti chiedere se prendere un corridoio o l'altro, e magari sbagliando ritornare sui tuoi passi. Puoi non renderti conto se stai procedendo verso il centro o se mai ci arriverai, però ti stai muovendo. Fa paura. Principalmente perchè forse vogliamo risposte, e subito. La società ci ha abituato così perchè è anche quello che gli altri pretendono da noi; ma non riusciamo ad accettare l'impossibilità di avere risposte, non sappiamo gestire domande che non richiedono risposte. Sei affascinato dalle filosofie orientali dicevi? Sì, offrono molti spunti di riflessione, e offrono un approccio insolito rispetto a quello dei pensatori classici con cui siamo cresciuti a scuola. Di recente ho scoperto gli haiku, che se vogliamo sono indirettamente semi filosofici, essendo permeati di grande potenza espressiva. (se verrai a torino ti consiglio un giro al MAO. se non ci sei ancora stato potrebbe piacerti!).
Comunque sì, anche per me romanticismo e passionalità si sovrappongono. Poi c'è anche la spinosa questione sensualità e sessualità; parlando con la gente spesso noto confusione tra sensualità, passionalità e sensualità incontrollata (aka lussuria). Personalmente credo che la sensualità sia totalmente scollegata dall'orientamento sessuale o asessuale. Perchè un asessuale non può essere sensuale? Certo che può. La sensualità può estrinsecarsi in mille modi. Certo gli stereotipi fanno marketing ma non esistono solo quelli

Sabato, 20/05/2017 alle 00:03
Adoro le tue citazioni letterarie e filosofiche...
il tuo amore per la lettura e per la conoscenza è immediatamente percepibile in ogni singola parola...
Credo che indagare in profondità dentro se stessi, calandosi senza alcuna protezione nel pozzo senza fondo della più intima essenza del proprio essere, rappresenti una delle sfide più difficili in assoluto... la società odierna poggia le sue effimere basi sull'illusione della sicurezza, aggrappandosi alla chimera del materialismo come a un'ancora che galleggia sospesa in un vuoto infinito, tentando di scordare la paura generata dall'inconsapevolezza che in fin dei conti permea ogni singolo palpito della nostra coscienza... vogliamo risposte semplici e immediate, risposte banali e limitate che riescano a tranquillizzarci, vogliamo sentirci confermare ciò che crediamo di voler credere, e la società s'impernia su questo.
Visiterò senz'altro il MAO
Non ci sono ancora stato e penso proprio che mi piacerà moltissimo, soprattutto in questo periodo della mia vita...
È esattamente come dici tu. La sensualità (ma anche la sessualità) si esprime in tantissimi modi differenti. Nonostante la tendenza dominante sia quella di fare dei grandi "minestroni" mettendo in un unico calderone tanti elementi diversi, sessualità non significa necessariamente "rapporto sessuale". Bisognerebbe anche, a proposito di questo, analizzare a fondo i concetti di desiderio e piacere sessuale, poiché si tratta sempre di percezioni strettamente soggettive, che possono quindi manifestarsi con modalità sensibilmente differenti a seconda delle inclinazioni personali di chi le vive.
Ci è stato imposto un punto di vista abbastanza arbitrario riguardo al sesso, alla sessualità e alla sensualità, che per questioni legate, appunto, al marketing, viene presentato come l'unico "corretto" al quale si deve aderire per essere considerati "normali".
Riusciremo mai a superare questo terrore cosmico della libertà, o la paura di scoprirci creature senza confini ci porterà sempre a costruirci delle confortevoli prigioni?
Adoro le tue citazioni letterarie e filosofiche...

Credo che indagare in profondità dentro se stessi, calandosi senza alcuna protezione nel pozzo senza fondo della più intima essenza del proprio essere, rappresenti una delle sfide più difficili in assoluto... la società odierna poggia le sue effimere basi sull'illusione della sicurezza, aggrappandosi alla chimera del materialismo come a un'ancora che galleggia sospesa in un vuoto infinito, tentando di scordare la paura generata dall'inconsapevolezza che in fin dei conti permea ogni singolo palpito della nostra coscienza... vogliamo risposte semplici e immediate, risposte banali e limitate che riescano a tranquillizzarci, vogliamo sentirci confermare ciò che crediamo di voler credere, e la società s'impernia su questo.
Visiterò senz'altro il MAO

È esattamente come dici tu. La sensualità (ma anche la sessualità) si esprime in tantissimi modi differenti. Nonostante la tendenza dominante sia quella di fare dei grandi "minestroni" mettendo in un unico calderone tanti elementi diversi, sessualità non significa necessariamente "rapporto sessuale". Bisognerebbe anche, a proposito di questo, analizzare a fondo i concetti di desiderio e piacere sessuale, poiché si tratta sempre di percezioni strettamente soggettive, che possono quindi manifestarsi con modalità sensibilmente differenti a seconda delle inclinazioni personali di chi le vive.
Ci è stato imposto un punto di vista abbastanza arbitrario riguardo al sesso, alla sessualità e alla sensualità, che per questioni legate, appunto, al marketing, viene presentato come l'unico "corretto" al quale si deve aderire per essere considerati "normali".
Riusciremo mai a superare questo terrore cosmico della libertà, o la paura di scoprirci creature senza confini ci porterà sempre a costruirci delle confortevoli prigioni?

Sabato, 20/05/2017 alle 15:44

Yes Emanuele, comprendo il tuo punto di vista e condivido

Apprezzo di potermi confrontare apertamente su tematiche di questo tipo e mi sorprende trovare conferme quando ormai pensavo di essere l'unica. Invece leggendo su questo sito post di utenti che raccontano le loro esperienze mi ha fatto riflettere. Ho notato che tutti hanno in comune una cosa, l'emarginazione, il desiderio negato di integrazione. Non è tanto la ''A''scarlatta che dovremmo portare (non dovremmo portare niente in teoria, ovviamente), quanto piuttosto la ''I'' di incompreso. Come dici tu la soggettività sui concetti di desiderio e piacere, di sessualità e sensualità è ormai innegabile. Parlarne e ascoltare è l'unica via d'uscita mi sa. Soluzione antica ma sottovalutata. E quindi, grazie per i tuoi interventi e per la tua tangibile sensibilità nel camminare con leggiadria ma mai con leggerezza su così impervio suolo

Yes Emanuele, comprendo il tuo punto di vista e condivido

Apprezzo di potermi confrontare apertamente su tematiche di questo tipo e mi sorprende trovare conferme quando ormai pensavo di essere l'unica. Invece leggendo su questo sito post di utenti che raccontano le loro esperienze mi ha fatto riflettere. Ho notato che tutti hanno in comune una cosa, l'emarginazione, il desiderio negato di integrazione. Non è tanto la ''A''scarlatta che dovremmo portare (non dovremmo portare niente in teoria, ovviamente), quanto piuttosto la ''I'' di incompreso. Come dici tu la soggettività sui concetti di desiderio e piacere, di sessualità e sensualità è ormai innegabile. Parlarne e ascoltare è l'unica via d'uscita mi sa. Soluzione antica ma sottovalutata. E quindi, grazie per i tuoi interventi e per la tua tangibile sensibilità nel camminare con leggiadria ma mai con leggerezza su così impervio suolo

Sabato, 20/05/2017 alle 17:19
Grazie a te per esserti iscritta e per le tue riflessioni sempre molto profonde e interessantissime
Sono intimamente convinto che l'utilizzo dell'alfa privativo nel termine "asessualità" sia in fondo abbastanza fuori luogo perché, come si può concludere dopo l'analisi di tutta una serie di elementi, ciò che in genere viene definito "asessualità" non è una vera e propria assenza di sessualità, ma piuttosto un altro modo di vivere la propria sessualità, una forma mentis che per certi versi offre paradossalmente una visione della sessualità maggiormente ampia rispetto a quella più comunemente diffusa. Questo tema mi è molto caro, e infatti credo di averlo già affrontato altre volte all'interno del forum, perché penso che rappresenti la chiave di lettura migliore per una comprensione del fenomeno il più possibile scevra da pregiudizi.
Grazie a te per esserti iscritta e per le tue riflessioni sempre molto profonde e interessantissime

Sono intimamente convinto che l'utilizzo dell'alfa privativo nel termine "asessualità" sia in fondo abbastanza fuori luogo perché, come si può concludere dopo l'analisi di tutta una serie di elementi, ciò che in genere viene definito "asessualità" non è una vera e propria assenza di sessualità, ma piuttosto un altro modo di vivere la propria sessualità, una forma mentis che per certi versi offre paradossalmente una visione della sessualità maggiormente ampia rispetto a quella più comunemente diffusa. Questo tema mi è molto caro, e infatti credo di averlo già affrontato altre volte all'interno del forum, perché penso che rappresenti la chiave di lettura migliore per una comprensione del fenomeno il più possibile scevra da pregiudizi.

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