Martedì, 05/12/2017 alle 19:23
Ciao a tutti!
vengo da Milano, sono etero e sessualmente attivo! Mi rendo conto che risulterò un po' un'anomalia su questo forum ma ciò che mi ha spinto a iscrivermi è un'impellente curiosità (prima di tutto esistenziale ma anche antropologica). Per dirla in soldoni: ho da poco terminato una relazione aperta finita non proprio come me l'aspettavo. L'esito infausto di questa esperienza mi ha dato, oltre che da patire, anche da riflettere: quanto le aspettative verso il partner sono influenzate dalla cosiddetta "fedeltà di coppia"? Quanto il sesso determina il senso di possesso verso il partner? Quanto le dinamiche di coppia (aperta o chiusa che sia) incide sul proprio senso di sé? Di "quanti" ne avrei anche molti altri e ho riscontrato che trovare una risposta nelle discussioni fra amici o parenti è pressoché impossibile. Il motivo credo sia piuttosto semplice: tutti siamo immersi nelle medesime dinamiche tanto da non poter concepire un rapporto senza sessualità e, conseguentemente, non abbiamo nessun termine di raffronto. Questo forum l'ho trovato per caso, scrivendo la parola "asessuale" su google senza sapere nemmeno che esistesse una categoria di persone che si ritiene tale. Scrivo perché sono curioso di confrontarmi su queste tematiche (da me, purtroppo, particolarmente sentite in questo momento della mia vita) con persone che hanno hanno dinamiche relazionali diverse e quindi diverse possibilità di vivere (forse più liberamente) i rapporti. E niente, ecco tutto, spero che la mia curiosità non sia recepita come offensiva da nessuno di voi!

Discussioni attive
RISPONDI
Martedì, 05/12/2017 alle 19:52
Benvenuto!
Penso che potresti portare un contributo interessante al forum, poi mi pare che non sei l'unico non-asessuale qui.
Benvenuto!

Penso che potresti portare un contributo interessante al forum, poi mi pare che non sei l'unico non-asessuale qui.
Martedì, 05/12/2017 alle 21:48
Benvenuto!
Anzi, benvenutissimo!
Ci fa estremamente piacere quando qualcuno di esterno all'argomento se ne interessa! ^^
E ancora più piacere ci fa avene all'interno del forum un punto di vista diverso dal nostro, perché, appunto, noi abbiamo tutta un'altra ottica e ci sono cose che mai riusciremo a capire a pieno, come appunto, i tanti "quanti" che tu ci porti.
Sono domande ostiche per noi, perché sono estranee al nostro modo di percepire e pensare, sono estranee alla nostra natura stessa.
Sono difficili, non tanto da rispondere, ma da comprendere.
Io, dal mio punto di vista, trovandomi di fronte alle tue domande non posso che darti atto di aver stimolato il mio prolisso (perdono
) senso di riflessione, e te ne ringrazio (tu e gli altri, odiatemi).
"Quanto il sesso determina il senso di possesso verso il partner?"
Io, per quanto mi riguarda, ti rispondo facilmente con un: per nulla.
Come dicevo, la risposta è semplice da dare, la comprensione è più complessa.
Non capisco come si possa considerare completamente "tuo" qualcun'altro, semplicemente accoppiandosi con lui.
O meglio, lo capisco, lo capisco eccome, e la mia interpretazione di questo ricade nel passato ancestrale di ogni animale, nella sua spinta biologica, nella sua istintività e negli schemi mentali e comportamentali che gli ha dato "Madre Natura": per gli animali, l'amore è assimilato al possesso della femmina fertile per proliferare, al possesso del seme del maschio migliore, per avere una prole più adattativa.
Il possesso si esprime attraverso l'accoppiamento; una femmina è "tua" quando cede al corteggiamento e lascia che il maschio si accoppi con lei, un maschio è "tuo" quando ti dona il suo seme.
Credo che il senso di possesso che viene dato al sesso, derivi da questo e sia stato col tempo elaborato sempre più, attraverso la cultura e il pensiero sociale, fino a giungere a noi come lo percepiamo oggi.
Concludendo il sermone psico-evoluzionista, passiamo alla mia realtà:
io non sento di "possedere" (se così si può dire) un uomo attraverso l'atto sessuale.
So che per molti è così; di norma, è così.
Lo so perché spesso me lo hanno detto anche i miei ex ragazzi e altre persone, quando cercavano di farmi capire cosa vedevano loro nel sesso e cosa avrei dovuto vederci anche io.
Mi dicevano che è il momento cardine di una relazione, il momento in cui senti con ogni parte di te stesso che l'altro ti appartiene e che tu appartieni a lui, un momento in cui ci si dona completamente.
Per me non è così.
Per me, quello, è solo uno stimolarsi a vicenda le zone erogene per ricavarne piacere e soddisfazione personale: tutto questo donarsi e condividere, io non ce lo vedo.
Sai quando percepisco di "possedere" un uomo, io?
Quando mi rendo conto di essere la cosa più saliente per lui, quando mi accorgo di possedere tutta la sua attenzione, quando mi rendo conto che c'è sì, condivisione, ma mentale, quando mi rendo conto che lo sto "stregando" con la mia "testa", con quel che sono, con il mio intelletto, la mia simpatia, la mia personalità, la mia identità stessa, la mia essenza.
Io sento di "possedere" un uomo, quando "possiedo" la sua mente.
"Quanto le dinamiche di coppia incidono sul proprio senso di sé?"
Bella domanda, ma non esiste una risposta univoca.
Dipende tutto da il soggetto che in questa relazione di coppia ci vive, dipende da con chi la vive, dipende da come la interpreta.
Provando a parlare più in senso generale: noi siamo le nostre relazioni sociali.
Spiego meglio.
A parte le caratteristiche e le predisposizioni innate, noi siamo frutto dei nostri anni di esperienze, anni in cui le relazioni che abbiamo avuto con tutti quelli che vengono definiti "attori" della nostra vita, ci hanno influenzati, facendoci creare il senso di noi stessi.
Sia chiaro, non sono stati gli altri a costruirci, noi non siamo frutto dell'agire degli altri, piuttosto, noi siamo frutto della nostra personale interpretazione delle interazioni sociali e delle esperienze che abbiamo avuto, che ci hanno portati a costruire, NOI, il nostro concetto del sé.
Quindi, le dinamiche all'interno di ogni relazione sociale, sono estremamente importanti per la nostra identità, ma quest'importanza varia a seconda dell'interpretazione che a quella relazione diamo.
A maggior ragione, questo vale nella relazione amorosa, che è considerabile come la relaziona nucleare, le diade (interazione fra due) di base.
Dipende come interpretiamo la relazione, dipende cosa cerchiamo in essa, dipende quanto siamo centrati su noi stessi e quanto siamo attenti o meno a colui o colei che crea la relazione con noi, dipende da quanto la relazione è saliente per noi.
Benvenuto!
Anzi, benvenutissimo!
Ci fa estremamente piacere quando qualcuno di esterno all'argomento se ne interessa! ^^
E ancora più piacere ci fa avene all'interno del forum un punto di vista diverso dal nostro, perché, appunto, noi abbiamo tutta un'altra ottica e ci sono cose che mai riusciremo a capire a pieno, come appunto, i tanti "quanti" che tu ci porti.
Sono domande ostiche per noi, perché sono estranee al nostro modo di percepire e pensare, sono estranee alla nostra natura stessa.
Sono difficili, non tanto da rispondere, ma da comprendere.
Io, dal mio punto di vista, trovandomi di fronte alle tue domande non posso che darti atto di aver stimolato il mio prolisso (perdono

"Quanto il sesso determina il senso di possesso verso il partner?"
Io, per quanto mi riguarda, ti rispondo facilmente con un: per nulla.
Come dicevo, la risposta è semplice da dare, la comprensione è più complessa.
Non capisco come si possa considerare completamente "tuo" qualcun'altro, semplicemente accoppiandosi con lui.
O meglio, lo capisco, lo capisco eccome, e la mia interpretazione di questo ricade nel passato ancestrale di ogni animale, nella sua spinta biologica, nella sua istintività e negli schemi mentali e comportamentali che gli ha dato "Madre Natura": per gli animali, l'amore è assimilato al possesso della femmina fertile per proliferare, al possesso del seme del maschio migliore, per avere una prole più adattativa.
Il possesso si esprime attraverso l'accoppiamento; una femmina è "tua" quando cede al corteggiamento e lascia che il maschio si accoppi con lei, un maschio è "tuo" quando ti dona il suo seme.
Credo che il senso di possesso che viene dato al sesso, derivi da questo e sia stato col tempo elaborato sempre più, attraverso la cultura e il pensiero sociale, fino a giungere a noi come lo percepiamo oggi.
Concludendo il sermone psico-evoluzionista, passiamo alla mia realtà:
io non sento di "possedere" (se così si può dire) un uomo attraverso l'atto sessuale.
So che per molti è così; di norma, è così.
Lo so perché spesso me lo hanno detto anche i miei ex ragazzi e altre persone, quando cercavano di farmi capire cosa vedevano loro nel sesso e cosa avrei dovuto vederci anche io.
Mi dicevano che è il momento cardine di una relazione, il momento in cui senti con ogni parte di te stesso che l'altro ti appartiene e che tu appartieni a lui, un momento in cui ci si dona completamente.
Per me non è così.
Per me, quello, è solo uno stimolarsi a vicenda le zone erogene per ricavarne piacere e soddisfazione personale: tutto questo donarsi e condividere, io non ce lo vedo.
Sai quando percepisco di "possedere" un uomo, io?
Quando mi rendo conto di essere la cosa più saliente per lui, quando mi accorgo di possedere tutta la sua attenzione, quando mi rendo conto che c'è sì, condivisione, ma mentale, quando mi rendo conto che lo sto "stregando" con la mia "testa", con quel che sono, con il mio intelletto, la mia simpatia, la mia personalità, la mia identità stessa, la mia essenza.
Io sento di "possedere" un uomo, quando "possiedo" la sua mente.
"Quanto le dinamiche di coppia incidono sul proprio senso di sé?"
Bella domanda, ma non esiste una risposta univoca.
Dipende tutto da il soggetto che in questa relazione di coppia ci vive, dipende da con chi la vive, dipende da come la interpreta.
Provando a parlare più in senso generale: noi siamo le nostre relazioni sociali.
Spiego meglio.
A parte le caratteristiche e le predisposizioni innate, noi siamo frutto dei nostri anni di esperienze, anni in cui le relazioni che abbiamo avuto con tutti quelli che vengono definiti "attori" della nostra vita, ci hanno influenzati, facendoci creare il senso di noi stessi.
Sia chiaro, non sono stati gli altri a costruirci, noi non siamo frutto dell'agire degli altri, piuttosto, noi siamo frutto della nostra personale interpretazione delle interazioni sociali e delle esperienze che abbiamo avuto, che ci hanno portati a costruire, NOI, il nostro concetto del sé.
Quindi, le dinamiche all'interno di ogni relazione sociale, sono estremamente importanti per la nostra identità, ma quest'importanza varia a seconda dell'interpretazione che a quella relazione diamo.
A maggior ragione, questo vale nella relazione amorosa, che è considerabile come la relaziona nucleare, le diade (interazione fra due) di base.
Dipende come interpretiamo la relazione, dipende cosa cerchiamo in essa, dipende quanto siamo centrati su noi stessi e quanto siamo attenti o meno a colui o colei che crea la relazione con noi, dipende da quanto la relazione è saliente per noi.
Martedì, 05/12/2017 alle 21:56
Venendo più nel dettaglio, penso tu ti stessi riferendo a quanto l'andamento positivo o negativo di una relazione, possa influenzare il nostro stato mentale individuale.
Direi, in modo variabile, dipende appunto da come interpreti la positività o la negatività: te ne puoi fregare, come dargli estrema importanza; più ti identifichi in quella relazione, più ti influenzerà.
Se per te è estremamente importante essere "il fidanzato di Pincopalla", perché per te Pincopalla è una donna speciale e perché la ami, o anche perché ti piace che gli altri ti vedano con lei, perché ti incrementa l'autostima, più sarà forte l'influenza che l'andamento della relazione avrà su di te: se la ami e va tutto bene, sarai felice; se la ami ma va male, soffrirai; se ti rafforza l'autostima e va bene, starai bene con te stesso; se serve a rafforzati l'autostima e va male, avrai cali di amor proprio e starai male.
Anche un uomo che si mette con una donna non per amore, mettiamo che lo faccia per far contenti i genitori: se per lui è importante l'immagine che quella relazione da ai suoi famigliari e la relazione va bene, allora sarà influenzato positivamente; se va male, negativamente.
Ho portato sempre esempi maschili, ma ovvio che vale anche per le donne, èh.
Venendo più nel dettaglio, penso tu ti stessi riferendo a quanto l'andamento positivo o negativo di una relazione, possa influenzare il nostro stato mentale individuale.
Direi, in modo variabile, dipende appunto da come interpreti la positività o la negatività: te ne puoi fregare, come dargli estrema importanza; più ti identifichi in quella relazione, più ti influenzerà.
Se per te è estremamente importante essere "il fidanzato di Pincopalla", perché per te Pincopalla è una donna speciale e perché la ami, o anche perché ti piace che gli altri ti vedano con lei, perché ti incrementa l'autostima, più sarà forte l'influenza che l'andamento della relazione avrà su di te: se la ami e va tutto bene, sarai felice; se la ami ma va male, soffrirai; se ti rafforza l'autostima e va bene, starai bene con te stesso; se serve a rafforzati l'autostima e va male, avrai cali di amor proprio e starai male.
Anche un uomo che si mette con una donna non per amore, mettiamo che lo faccia per far contenti i genitori: se per lui è importante l'immagine che quella relazione da ai suoi famigliari e la relazione va bene, allora sarà influenzato positivamente; se va male, negativamente.
Ho portato sempre esempi maschili, ma ovvio che vale anche per le donne, èh.
Martedì, 05/12/2017 alle 21:57
Al primo "quanto" non rispondo, ho già scritto anche troppo, e poi non ho ben capito che intendi...
Grazie a dio, almeno non riscrivo un poema!
Al primo "quanto" non rispondo, ho già scritto anche troppo, e poi non ho ben capito che intendi...
Grazie a dio, almeno non riscrivo un poema!

Ospite101
Martedì, 05/12/2017 alle 23:31
Contenuto rimosso dall'Amministrazione.
Contenuto rimosso dall'Amministrazione.
Ospite101
Martedì, 05/12/2017 alle 23:37
Contenuto rimosso dall'Amministrazione.
Contenuto rimosso dall'Amministrazione.
Mercoledì, 06/12/2017 alle 09:45
con la mia compagna siamo stati insieme 20 anni senza mai fare sesso, mai una volta. Eppure ci siamo appartenuti e amati alla follia. Certo l'intimità nostra era fatta comunque di baci, carezze e abbracci ma non di sesso come comunemente si intende. Non credo come il sesso possa dare appartenenza, anzi a vedere come vanno le unioni oggi direi che è proprio quello che le divide.
con la mia compagna siamo stati insieme 20 anni senza mai fare sesso, mai una volta. Eppure ci siamo appartenuti e amati alla follia. Certo l'intimità nostra era fatta comunque di baci, carezze e abbracci ma non di sesso come comunemente si intende. Non credo come il sesso possa dare appartenenza, anzi a vedere come vanno le unioni oggi direi che è proprio quello che le divide.
Mercoledì, 06/12/2017 alle 12:10
Anche per me il sesso non ha niente a che fare con "l'appertenenza totale" con un'altra persona. Ciò avviene se si instuara una vicinanza affettiva e mentale con l'altro tale da poterti fidare al punto di mostrare lati del tuo carattere/idee e pensieri che tieni celati insomma quando sei il più possibile vicino al vero te stesso e non alla tua maschera sociale. Ma non hai di certo l'appartenza totale con qualcuno solo perchè hai fatto sesso insiema a loro, perchè sinceramente non credo ci sia un rapport molto profondo tra due persone che hanno una relazione di "friends with benfits" che si incontrano solo per farlo ma poi non sanno nulla dell'altro. Poi ci può stare che alcune persone sessuali hanno con il loro partner una appertenenza totale (come la intend io) o molto vicina ad essa e per trasmettere ciò si aiutano anche (non solo) tramite il sesso, ma esso è un aiuto un mezzo di "comunicazione" non la cosa principale. Comunque ciò penso sia molto raro e credo che la maggiorparte lo faccia semplicemente perchè trova piacevole che un'altra persona gli stimuli le sue parti genital ed erogene e molti trovano la scusa dell'appertenza totale con il partner anche quando il loro rapport non è così intimo solo perchè non vogliono ammettere lo scopo molto più semplice e terra e terra che è appunto "il piacere di avere I genital stimolati".
Anche per me il sesso non ha niente a che fare con "l'appertenenza totale" con un'altra persona. Ciò avviene se si instuara una vicinanza affettiva e mentale con l'altro tale da poterti fidare al punto di mostrare lati del tuo carattere/idee e pensieri che tieni celati insomma quando sei il più possibile vicino al vero te stesso e non alla tua maschera sociale. Ma non hai di certo l'appartenza totale con qualcuno solo perchè hai fatto sesso insiema a loro, perchè sinceramente non credo ci sia un rapport molto profondo tra due persone che hanno una relazione di "friends with benfits" che si incontrano solo per farlo ma poi non sanno nulla dell'altro. Poi ci può stare che alcune persone sessuali hanno con il loro partner una appertenenza totale (come la intend io) o molto vicina ad essa e per trasmettere ciò si aiutano anche (non solo) tramite il sesso, ma esso è un aiuto un mezzo di "comunicazione" non la cosa principale. Comunque ciò penso sia molto raro e credo che la maggiorparte lo faccia semplicemente perchè trova piacevole che un'altra persona gli stimuli le sue parti genital ed erogene e molti trovano la scusa dell'appertenza totale con il partner anche quando il loro rapport non è così intimo solo perchè non vogliono ammettere lo scopo molto più semplice e terra e terra che è appunto "il piacere di avere I genital stimolati".
Ospite101
Mercoledì, 06/12/2017 alle 21:48
Contenuto rimosso dall'Amministrazione.
Contenuto rimosso dall'Amministrazione.
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